La giunta resta ancora monca: mancano due assessori
Previsioni rispettate: seppur in seconda convocazione, ciò che resta della maggioranza (che può contare in aula, dopo la fuoriuscita dalla coalizione del Pd, su 11 voti su un plenum di 25), approva il riequilibrio di Bilancio e supera indenne l’ultimo vero ostacolo prima della fine naturale della consiliatura.
L’assenza di ben 6 consiglieri fra i banchi della minoranza è stata determinante: ha consentito al sindaco Roberto Massafra e ai partiti che sorreggono l’attuale Amministrazione di votare favorevolmente il riequilibrio di Bilancio con appena 10 voti (in seconda convocazione è risultato infatti assente Lino De Mauro).
PRIMA CONVOCAZIONE – La prima seduta, in programma giovedì sera, è durata una manciata di minuti. Il tempo dell’appello e della decisione da parte dell’opposizione di abbandonare l’aula. Con appena 11 presenze (tutti gli effettivi), la coalizione guidata da Roberto Massafra non ha infatti potuto garantire il numero minimo necessario per la legalità della seduta. Una mossa ampiamente preventivata sia da uno schieramento che dall’altro.
Il nulla di fatto, pertanto, ha fatto slittare in seconda convocazione la delicata seduta del massimo consesso elettivo.
SECONDA CONVOCAZIONE – Venerdì sera si è consumato il secondo atto del Consiglio comunale. Il rapporto di forze fra i due schieramenti contendenti è però sensibilmente cambiato. La “maggioranza”, che tale non è più, si è presentata in aula con 10 unità (non ha potuto prendere parte ai lavori Lino De Mauro). La ancora più frazionata opposizione ha risposto invece con 8 unità: non hanno partecipato ai lavori (alcuni con motivate ragioni comunicate per tempo: erano in viaggio), Venere (Forza Italia), Federico Bentivoglio (Lista Girardi), De Valerio e Dimitri (indipendenti), Barbieri e Calò (Alternativa Popolare).
Fra questi, il partito di Alternativa Popolare aveva comunicato già alla vigilia della seduta in prima convocazione, attraverso il proprio leader Luigi Morgante, che non avrebbe sposato la linea dei “falchi”.
«Non ha senso determinare lo scioglimento del Consiglio comunale a poco più di 8 mesi dal termine naturale della consiliatura e con un sindaco che, in più occasioni, ha annunciato di non volersi più ricandidare» il concetto espresso dal consigliere regionale Luigi Morgante. «Peraltro alla vigilia della conferenza dei servizi sulla discarica di contrada “Cicci”, in programma a settembre, che consentirà di bonificare l’intera area, utilizzando il finanziamento già stanziato».
FUTURO – Sembrerebbe senza particolari affanni il futuro della coalizione-Massafra: potrebbe essere la seconda a raggiungere a Manduria la scadenza naturale del mandato da quando è stato introdotto il sistema di elezione diretta del sindaco.
La giunta è priva di due assessori: uno (Politiche Sociali) dovrà essere espresso dal gruppo Direzione Italiana; il secondo (Lavori Pubblici) potrebbe essere utilizzato come pedina di scambio per ottenere il sostegno di uno o più consiglieri di minoranza?