L’intervista a Davide, nato in provincia di Bergamo, e ad Antonio, nato a Manduria ma che da tempo vive in Lombardia
Lui si chiama Davide, è nato in provincia di Bergamo e lavora a Milano. L’altro lui si chiama Antonio, è nato a Manduria, città dalla quale è andato via da ormai alcuni decenni. Ad unire Davide e Antonio non solo la professione (sono entrambi parrucchieri), ma soprattutto un amore consolidato nel corso di quasi 29 anni, che niente e nessuno ha sinora scalfito. Amore che ha portato i due, nei giorni scorsi, a pronunciare il fatidico “si” davanti al sindaco di Campi Salentina.
«Un po’ tutti ci chiedono perché abbiamo scelto Campi Salentina, preferendo questa città a Manduria. La ragione è semplice» ci racconta Davide Brugali. «Abbiamo due carissimi amici (i nostri testimoni: Patrizia Della Rosa e Michele Arcangelo Leone), che sono di Campi Salentina e che ci hanno organizzato l’intera cerimonia rispettando il nostro desiderio: la massima privacy. Anche il sindaco di Campi Salentina, Egidio Zacheo, è stato eccezionale. Ha celebrato il rito dell’unione civile non nel municipio, ma, nel rispetto del nostro desiderio, in un altro stabile di proprietà del Comune. Era visibilmente emozionato: sta per concludere il proprio mandato e aveva il desiderio di poter unire civilmente due omosessuali per dare soprattutto un segnale di apertura: ha definito la nostra unione civile un “passo cruciale verso il progresso intellettuale”».
Già, la privacy. Davide e Antonio sono riusciti a non far trapelare nulla. Neppure ai parenti più stretti.
«Anche mia sorella ha appreso della celebrazione del rito solo il giorno dopo» rimarca, sorridendo, Antonio. «Ci ha visto indossare abiti eleganti e, per fugare ogni suo dubbio, abbiamo riferito che eravamo stati invitati ad un matrimonio. Abbiamo svelato tutto solo il giorno dopo: è stata una nostra scelta».
Una valanga di auguri e tanto affetto hanno letteralmente “travolto” Davide e Antonio.
«Un augurio particolare? Li abbiamo apprezzati tutti, in quanto belli, sentiti e, in particolare, sinceri» la loro risposta.
Davide e Antonio trascorrono le loro vacanze a Manduria. Vivono in una elegante “bomboniera” nel cuore del centro storico della città: un’abitazione del 1500, che hanno valorizzato con un’attenzione anche verso i più piccoli particolari e con tanto buon gusto da renderla un gioiello.
«Non ci speravo più» confida Davide. «Io invece avevo fiducia che anche in Italia, nonostante le resistenze dei vari governi, della Chiesa e delle istituzioni, si sarebbe arrivati a questa legge che cambia nel profondo, muta pelle, abbatte pregiudizi» aggiunge Antonio. «Finalmente il nostro Paese si è dimostrato civile. Sino a prima dell’entrata in vigore della legge Cirinnà, vi erano persone di serie A e persone di serie B, che non potevano godere degli stessi diritti».
Davide e Antonio si sono visti riconoscere la loro unione, che durava da quasi trent’anni.
«Cosa cambia? In termini di diritti, cambiano tante cose, anche se noi avevamo già provveduto a regolare i nostri rapporti. Per il resto, continuiamo a vivere in armonia, insieme, sotto lo stesso tetto».
Una sfida, prima di tutto culturale, contro quella forma di chiusura retrograda che ha regnato per tanti decenni in Italia è vinta. Davide e Antonio fra qualche giorno ritorneranno in Lombardia. Ma al cronista affidano un messaggio.
«Manduria è una città bellissima: per la sua storia, unica, oltre che per il mare e per il cibo» afferma Davide, manduriano ormai adottato. «Vorrei, però, che crescesse l’amore dei cittadini per la propria città e l’attenzione di chi amministra, affinchè Manduria sia sempre più una perla del Salento».