«Nella prova in linea puntavo all’oro. Voglio la rivincita: il prossimo anno, ai Mondiali che si svolgeranno in Italia»
«L’impresa più difficile? Il c.t. della nazionale azzurra Valentini mi chiesto di perdere qualche chilo in vista dei prossimi impegni agonistici. Sarà più dura che andare in salita.. Farò però il possibile per riuscirci».
Appena atterrato a Milano, proveniente dal Sudafrica (via Dubai), Leonardo Melle ha il morale alle stelle.
«Raccontare la mia esperienza ai Mondiali? Ci vorrebbero dieci giorni: ho vissuto sensazioni indescrivibili» racconta il campione di ciclismo paralimpico manduriano, che a Pietermaritzburg è salito due volte sul podio, conquistando l’argento nella prova in linea e il bronzo nella prova a cronometro della categoria MT1 (quella dei concorrenti che utilizzano il triciclo). «Mi sono ritrovato dall’altra parte del mondo, insieme ai concorrenti più forti in attività. Un frullato di emozioni, che sono cresciute quando mi hanno messo le due medaglie iridate al collo».
Melle, insieme a Corigliani, era la new entry in un mondiale nella squadra azzurra. Il c.t. Valentini ha apprezzato l’atleta manduriano nelle gare svolte in primavera in Italia e nella prova di Coppa Europa in Olanda: gli ha dato fiducia, che Leo ha ampiamente ripagato.
«Dalla gara a cronometro ci si aspettava un buon risultato: è arrivato il bronzo. Poi c’è stata la gara in linea. Mi sentivo forte: i meccanici avevano messo a punto il mio triciclo e i fisioterapisti avevano svolto un lavoro eccellente sui muscoli. Puntavo all’oro».
Invece, alla partenza, ecco materializzarsi l’imprevisto.
«Probabilmente a causa dell’emozione, mi si è bloccato, per uno spasmo, il ginocchio della gamba sinistra. Gli altri concorrenti sono partiti e io sono rimasto a lungo fermo. Quando, finalmente, il ginocchio si è sbloccato, gli altri concorrenti non li vedevo più, tanto era il distacco accumulato. Uno ad uno, li ho però raggiunti. Lo svedese, poi classificatosi terzo, l’ho ripreso in salita. Il russo, purtroppo, era troppo distante. Questa volta ha vinto lui, ma l’anno prossimo, al Mondiale che si disputerà in Italia (a Maniago, ndr), voglio la rivincita».
Eppure Melle, in primavera, aveva minacciato di abbandonare l’attività, iniziata attraverso un triciclo ottenuto raccogliendo scarti (ruote, telaio e quant’altro) di altre biciclette in disarmo. Per prender parte in una serie di gare che si svolsero nel nord dell’Italia, dovette contrarre un mutuo.
«Si, è vero» ammette. «La svolta è arrivata con la convocazione in nazionale. Ma, tutt’ora, la mia bici (che mi fu donata dal Comune) è lontana anni luce come materiali a quella del russo. Mi auguro che, grazie all’iniziativa del consigliere Turco, la Regione possa aiutarmi acquistando un nuovo triciclo e un rullo».