Il ruolo dell’Associazione Volontari Ospedalieri, che opera sul territorio jonico da 13 anni e che è formata da persone che dedicano parte del loro tempo al servizio del malato portando assistenza di tipo psicologico, oltre a piccoli aiuti di ordine pratico
Ieri, nei locali della ex struttura della Rianimazione del SS. Annunziata in via Bruno, è stata inaugurata una struttura ludico-ricreativa riservata ai degenti del nosocomio tarantino che vi potranno liberamente accedere negli orari che successivamente saranno resi noti.
La struttura sarà dotata delle attrezzature necessarie e, tra l’altro, di un apparecchio televisivo, dono recente di una importante banca locale. Il centro ricreativo è intitolato alla memoria di Federica De Luca e del piccolo Andrea, barbaramente uccisi nel giugno del 2016 dal marito della donna, e padre del bambino, è il cui ricordo della tragica fine resta indelebile nella memoria dei tarantini.
E’ stata la mamma, Rita Lanzon, a tagliare il nastro inaugurale alla presenza delle autorità, tra le quali l’avv. Stefano Rossi, direttore generale ASL Taranto e Matilde Carlucci, direttore sanitario dell’ASL Jonica. È appena il caso di sottolineare la valenza sociale dell’iniziativa che vedrà certamente in prima linea gli iscritti all’associazione volontari ospedalieri AVO. L'associazione, che opera sul territorio Jonico da 13 anni, è formata da persone che dedicano parte del loro tempo al servizio del malato portando assistenza di tipo psicologico, oltre a piccoli aiuti di ordine pratico, alle persone ricoverate in ospedali o ospitate presso case di riposo, centro per disabili, residenze sanitarie assistite, hospice del territorio. È un servizio basato soprattutto sul rapporto umano e sulla disponibilità nei confronti dell'altro, improntato allo spirito di gratuità, un servizio discreto fatto di parole, gesti, emozioni e ascolto. A tale scopo vengono organizzati corsi di formazione per futuri volontari, garantendo così un'assistenza adeguata e continua. L' AVO è aperta a tutti senza distinzioni di condizioni sociali, di idee, di religione, di età, per mettere in comune gli sforzi di coloro che vogliono assistere il malato mettendo al centro del proprio intervento la dignità della persona.