Molto vago, però, il team dei tecnici nella serata di presentazione del progetto
Punterà sulla mobilità dolce e sul recupero e sul relativo riuso di immobili di proprietà comunale il progetto congiunto dello Sviluppo Urbano Sostenibile dei Comuni di Manduria e Maruggio che sarà presentato alla Regione Puglia, con una richiesta di finanziamento di 4 milioni e mezzo di euro.
La strategia integrata è stata presentata, per sommi capi, in una assemblea che si è svolta l’altro ieri nell’aula consiliare di Manduria, che ha richiamato l’attenzione di pochi addetti ai lavori (una quindicina di presenze nei posti riservati al pubblico). Assemblea che è stata introdotta dal responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Manduria, l’ing. Antonio Orlando, sicuramente l’unico che si è “sbottonato” un po’ di più sui contenuti del progetto, che, come è stato più volte rimarcato, è ancora alla fase delle indicazioni degli obiettivi da raggiungere. Il progetto vero e proprio sarà realizzato dal team dei consulenti tecnici incaricati se e quando la Regione dichiarerà ammissibili e quindi finanziabili le opere richieste.
«Per il territorio di Manduria, si punterà a recuperare la torre costiera di San Pietro in Bevagna e di riqualificare la piazza centrale» ha annunciato l’ing. Orlando. «Inoltre, poiché Manduria ha richiesto fondi attraverso un altro bando per la creazione di una pista ciclabile che colleghi la città a San Pietro in Bevagna, con questo progetto si vorrebbe prolungare la stessa pista ciclabile sino al fiume Chidro. Si punta anche alla riutilizzazione degli immobili dismessi confiscati dalla Giustizia alla mafia, con la creazione di un ostello della gioventù e spazi dedicati ai disabili.
Questi gli interventi per la zona marina. Per la città, invece, si vorrebbe collegare il centro urbano con l’area in cui sorgerà il nuovo municipio attraverso una pista ciclabile».
L’ing. Orlando ha anche accennato ad un intervento previsto per Maruggio.
«Si punta a pedonalizzare tutta l’area che si affaccia al porto e al completamento delle opere di ripascimento dunale».
Ci si attendeva, poi, delle relazioni più dettagliate da parte del team dei consulenti, che, benché a più riprese sollecitati dal pubblico presente, sono rimasti sempre evasivi, limitandosi ad elencare gli assi generali previsti dal bando.
Si è, insomma, avuta la sensazione che si sia trattato, più che altro, della presentazione alla città dell’iniziativa tesa a richiedere dei fondi (probabilmente prevista dall’iter burocratico contemplato nel bando) e non di una occasione per discutere con la base e magari recepire suggerimenti su come intervenire per uno sviluppo più concreto e armonico del territorio.
Ora occorre attendere il responso della Regione (che arriverà nei prossimi mesi), con la speranza che, al momento della progettazione esecutiva, si possa ancora modificare qualcosa.