Non c’è turismo senza mobilità»
«Noi al ‘Grande Salento’ non ci avevamo mai creduto, e oggi ne abbiamo la certezza.
Quanto sta accadendo in queste settimane ne è la riprova, i tempi non sono maturi per la messa in campo di politiche e di strategie di marketing e di promozione che superino la dimensione provinciale e che traguardino ad una idea di sviluppo e di crescita regionale.
La battaglia per la apertura ai voli civili dell’aeroporto di Taranto/Grottaglie non è una lotta di campanile o il capriccio di un territorio che vuole il suo ‘aeroporto sotto casa’. Ai consiglieri regionali brindisini, insorti –con la benedizione di qualche testata che plaude alla reazione - in queste ore contro la delibera di indirizzo della Giunta regionale (con la quale si da il via libera alla costituzione di una unità di missione da parte della Società Aeroporti di Puglia che avrà il compito di rendere operativo in chiave commerciale, oltre che industriale, lo scalo di Grottaglie) andrebbe spiegato che quella di Taranto non è una richiesta in contrapposizione con Brindisi.
Non si intende depotenziare il Papola Casale a vantaggio dell’Arlotta, ma semmai implementare l’offerta dei collegamenti con nuove compagnie e nuovi voli non solo nazionali, ma possibilmente anche intercontinentinentali, considerato che disponiamo di una pista di 3200 metri. E comunque la apertura di Grottaglie ai voli civili è da sempre avvertita come richiesta di un territorio marginalizzato dalla carenza di sistemi di collegamento, inadeguati a dare risposte ai bisogni di business, lavoro, studio, cultura e turismo della popolazione dell’intero arco jonico (Basilicata e Calabria comprese), e fortemente penalizzato per lo sviluppo delle attività turistico/ commerciali e culturali anche in una prospettiva di crescita dei flussi turistici.
Infine due dati: il Censis prevede che nel prossimo ventennio il traffico aereo –sia nazionale che internazionale- raddoppi, lo stesso ministro De Rio in occasione del cinquantenario di Assaeroporti ha formalmente dichiarato che le città italiane e tutto il sistema Paese dovranno attrezzarsi per gestire tale aumento di traffico; il recente Piano della Mobilità turistica del MiBACT -presentato a settembre scorso- premette che “il turista è innanzitutto un viaggiatore” e che “non c’è turismo senza mobilità”. Vi si disegna un modello di accesso del turismo basato su porti, aeroporti e stazioni e sulla interconnessione alle reti locali. Taranto purtroppo, pur disponendo dei tre sistemi, non appare nella mappa grafica del Piano, nel senso cioè che la carta delle reti di trasporto oggi lascia fuori Taranto.
Ciò deve farci concludere che ad oggi, senza infrastrutture di trasporto, Taranto non la si può considerare porta di accesso agli itinerari turistici e luogo di scambio culturale e sociale come indica il MiBACT nel suo ‘Viaggiare in Italia’.
Domanda: “Perché Taranto dovrebbe rassegnarsi a non coltivare un progetto di sviluppo e crescita della economia del turismo?” Ce lo spieghino i consiglieri regionali brindisini».