lunedì 25 novembre 2024


05/11/2017 07:14:40 - Provincia di Taranto - Attualità

Erano intervenuti in via Machiavelli per soccorrere una ragazza di 13 anni ferita in un incidente

 

Un autista del 118 di Taranto è stato aggredito con violenza durante un intervento di soccorso in via Machiavelli, dove una ragazzina di 13 anni, che in sella a una moto si era scontrata con un’auto, è rimasta ferita riportando un trauma cranico, alcune fratture e ferite con una prognosi di 30 giorni. L’uomo era intervenuto a bordo di un’automedica con una dottoressa e una infermiera dopo aver avuto una segnalazione dalla centrale operativa.

Il personale del 118 è stato minacciato e insultato mentre prestava le prime cure alla minore. Mentre cercava di riportare la calma, l’autista è stato scaraventato per terra e poi preso a calci e pugni. Gli autori dell’aggressione avrebbero voluto che la ragazzina fosse subito trasportata in ospedale, come poi è avvenuto. L’operatore del 118 ha dovuto a sua volta fare ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso. L’uomo ha sporto denuncia ai carabinieri.

L’Asl di Taranto esprime solidarietà all’operatore del 118 aggredito al rione Tamburi. «Il team intervenuto, composto da una dottoressa, un’infermiera e un autista soccorritore, come - ricorda l’Asl - da specifico protocollo internazionale, agendo con la massima professionalità nelle modalità più opportune nell’esclusivo interesse dell’infortunata e della sua salute, prestava le prime cure sul posto, per trasportarla solo in un secondo momento, in tutta sicurezza, al Pronto Soccorso».

«Tale modalità di intervento, tuttavia - è detto ancora - provocava un’incontrollata ed assolutamente inopportuna reazione da parte di alcune persone presenti, tra cui, pare, anche familiari della ragazza: la piccola folla presente prima investiva gli operatori del 118 con una raffica di invettive, poi aggrediva fisicamente l’autista-soccorritore, intento ad invitare tutti alla calma, che veniva spinto e fatto cadere a terra, e qui preso ripetutamente a calci e pugni alla testa e al torace, mentre la dottoressa veniva minacciata di morte».











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