La posizione dei sindaci di Avetrana e Maruggio
C’è la volontà di salvare gli Uffici del Giudice di Pace di Manduria. Anche se di ostacoli da superare ve ne sono diversi.
Nel corso della conferenza dei servizi, i rappresentanti dei quattro Comuni che hanno dato vita al consorzio che si assume l’onere di tenere in vita il presidio giudiziario di Manduria (il commissario prefettizio Francesca Adelaide Garufi per la città messapica e i sindaci Antonio Minò per Avetrana, Alfredo Longo per Maruggio e Dario Iaia per Sava), hanno ribadito l’impegno a difendere gli Uffici del Giudice di Pace. In queste ore sarà trasmessa una lettera al presidente del Tribunale di Taranto e, per conoscenza, al Ministero della Giustizia nella quale, da un canto, si chiede di non chiudere la giudicatura e, dall’altro, viene rimarcata la disponibilità a sciogliere i vari nodi esistenti.
Il Comune di Manduria dovrà provvedere ad attivare la rete informatica che possa mettere in collegamento gli uffici con il Ministero della Giustizia. Resta però il problema più grosso: quello del personale.
«Non posso concedere il mio dipendente a tempo pieno» chiarisce il sindaco di Avetrana, Antonio Minò. «Poiché è un geometra, sarei costretto, in tal caso, a chiudere l’Ufficio Tecnico. Negli ultimi mesi sono state evase tutte le pratiche in giacenza e, pertanto, verificheremo se sia possibile distaccare il geometra per 18 ore invece delle attuali 12. Ma non posso assumere nessun altro impegno, né per il 2017, né per il 2018. Cercheremo di collaborare per quelle che sono le nostre possibilità. Ma le difficoltà che sono nate e che sono indicate nella lettera che il presidente del Tribunale di Taranto ha inviato al Ministero non sono legate solo alla presenza del nostro dipendente nell’organico degli Uffici del Giudice di Pace».
Esistono, in effetti, anche delle difficoltà di natura economica. La ripartizione delle spese, così come stabilito nell’accordo sottoscritto alcuni anni fa, dovrebbe essere equa. In realtà, alcuni di questi Comuni attendono di essere ristorati dagli altri. Uno di questi è Maruggio.
«Il nostro Comune è forse quello che si sobbarca maggiori oneri: ci siamo privati di una figura apicale (categoria D), che abbiamo messo a disposizione dell’Ufficio del Giudice di Pace e, allo stato attuale, abbiamo dei crediti nei confronti degli altri tre comuni di circa 40mila euro» fa notare il sindaco Alfredo Longo. «Nonostante ciò, abbiamo ribadito la volontà a rispettare gli impegni assunti qualche anno fa e, dunque, a tenere in attività il presidio giudiziario».