La lettera dei “Genitori Tarantini” al capo del governo, Paolo Gentiloni, e ai ministri Carlo Calenda e Gian Luca Galletti
«Anche a Taranto arriva la pioggia, ogni tanto. Come il vento, del resto. Fenomeni naturali in tutto il mondo, ma non qui, nella Città dei due mari.
Mentre voi, a Roma, decidete come affossare ancora di più le legittime richieste di un futuro compatibile con il territorio, di tapparvi le orecchie e gli occhi davanti alle evidenti perversioni che impediscono ai tarantini di godere di tutti i diritti previsti dalla stessa Costituzione che voi per primi dovreste rispettare, qui, a Taranto vento e pioggia fanno paura.
Guardate le immagini, signori del Governo di “questa” Italia, e vergognatevi. Almeno un po’. Guardate quello che combina ciò che considerate “produzione strategica per la nazione”.
Guardate!
E soffermatevi sull’immagine del Cimitero monumentale San Brunone di Taranto. E pensate ai morti vostri, a quale delirio vi porterebbe vedere le loro tombe profanate dal rosso ruggine.
Ora, tornate al vostro lavoro, pensando che la pioggia passerà e il vento non soffierà sempre nella stessa direzione. Se questo vi fa vergognare meno, pensate così».
Genitori tarantini