Il sindaco Melucci e il governatore Emiliano: «Se l’esito del tavolo sarà positivo, ritireremo il nostro ricorso»
Convocazione di un tavolo negoziale dedicato all’Ilva di Taranto con all’ordine del giorno quanto richiesto dal sindaco della città pugliese, Rinaldo Melucci, al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. E’ quanto emerso dall’incontro di oggi fra Calenda e Melucci al comune di Taranto, con il sindaco che ha confermato che, al ricevimento della formale convocazione con l’ordine del giorno condiviso, sarà disponibile al ritiro del ricorso al Tar, previa consultazione sulla questione anche con il governatore Michele Emiliano.
«Il ministro Calenda ha cambiato idea sul coinvolgimento degli enti locali e registriamo una sopravvenuta saggezza che è un fatto sicuramente positivo, ma il ricorso contro il Dpcm sarà ritirato solo se l’esito del tavolo per Taranto sarà positivo, se cioè saranno prese in considerazione le nostre richieste, che pure sono state inserite all’ordine del giorno e questo ci fa ben sperare», ha detto a Taranto Emiliano, in una conferenza stampa con il sindaco Melucci.
Nel corso della conferenza stampa convocata in Municipio, si è fatto il punto sulla vicenda Ilva alla luce della visita di questa mattina del ministro Calenda.
«Il sindaco e il presidente della Regione - ha aggiunto Emiliano - non sono i titolari dell’azione giudiziaria che sta avanzando, noi siamo i rappresentanti legali dei due enti. Ma il ritiro di un ricorso è un processo ampio che prevede delle motivazioni, che non può essere una semplice stretta di mano con il proprio interlocutore». «Gli atti - ha aggiunto - saranno ritirati se dovessero verificarsi in futuro delle condizioni per un eventuale accordo su questo punto. Oggi siamo dell’idea che è cominciato finalmente un negoziato ed è una notizia positiva».
«Non ci sono pregiudizi o condizioni particolari per il negoziato, è importante che sia iniziato. Addirittura nel discorso che avevo fatto in Consiglio regionale avevo detto che neppure l’idea della decarbonizzazione, che pure io ritengo assolutamente necessaria, legittima e importante, era una condizione per il negoziato», ha precisato Emiliano, parlando della vicenda Ilva in una conferenza stampa congiunta con il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.
«Non ci sono - ha ribadito - condizioni da parte nostra per iniziare il negoziato. E pretendiamo la stessa cosa da parte dei nostri interlocutori. Ora il ministro, e ne siamo lieti, vuole discutere nonostante avesse detto qualche giorno fa che cominciava a discutere solo previo ritiro del ricorso. Significa che abbiamo messo tutti, anche nel linguaggio, qualcosa in più».
«Al ministro sono arrivare credo finalmente informazioni anche da trasmissioni un po' scomode di questi giorni notizie che non conosceva e ha compreso meglio la posizione del sindaco e del presidente della Regione». Questo, ha proseguito Emiliano, "ha facilitato la ripresa del dialogo senza condizioni. Ora, al di là delle espressioni dei comunicati stampa, c'è la voglia di mettersi al tavolo e di lavorare. In questo ha avuto un ruolo molto importante il presidente del Consiglio Gentiloni».
«Prima il tavolo si deve convocare e dobbiamo vedere l’ordine del giorno e capire la dotazione finanziaria, non solo legislativa che accompagna questo tavolo, non può bastare la sola stretta di mano. Poi potrebbero cadere da soli i motivi che sono alla base di un ricorso che nasce anche per la mancata accessione ad atti importanti da parte degli enti locali, ma non può bastare una velina di stampa per fermare una procedura del genere», ha sottolineato il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.
«Sicuramente - ha precisato il sindaco - abbiamo recuperato tutti un pò di serenità. Questa è una vicenda talmente complicata e piena di implicazioni che occorre fare un passo per volta. Vuol dire, nell’ordine delle cose, attendere la convocazione di questo tavolo, valutarne l’architettura. Un minuto dopo, un giorno dopo, una settimana dopo, un mese dopo, non più, il problema del percorso giudiziale. L’auspicio è che tutto vada per il meglio e che possa non essere più necessario il ricorso, questo è evidente». «Altrimenti sarebbe tutti sconfitti - ha concluso Melucci - in questo dialogo. Se dialogo ci deve essere è volto in questa direzione».