«La missione è la dimensione essenziale della Chiesa e della testimonianza dei cristiani: perciò siamo chiamati a continuare nella chiesa la missione di Gesù, il primo missionario della storia»
Adozioni di giovani seminaristi indiani, pachistani e africani, nonchè adozioni a distanza in Eritrea di alcuni bambini che versano in condizioni di indigenza assoluta. Inoltre interventi finanziati a distanza per favorire lo sviluppo delle aree più opere in cui operano i missionari cattolici.
E’ solo una parte del risultati, quelli più tangibili, della “missione” dei cristiani nei Paesi dell’Africa o dell’Asia. A queste missioni, la Chiesa dedica un mese intero: quello di ottobre.
«La missione è la dimensione essenziale della Chiesa e della testimonianza dei cristiani: perciò siamo chiamati a continuare nella chiesa la missione di Gesù, il primo missionario della storia» afferma Ada Stano, referente del Gruppo Missionario Parrocchiale della “Santissima Trinità”. «L’afflato missionario nella parrocchia intitolata alla “SS. Trinità” di Manduria fu ispirato nel 1967 dall’allora parroco mons. Luigi Neglia, sacerdote amato e indimenticato da tutti i manduriani, che istituì il Gruppo Missionario Parrocchiale. In seguito, lo spirito missionario del gruppo e di tutta la comunità parrocchiale è stato alimentato dal parroco mons. Teodoro Tripaldi e dall’attuale parroco mons. Franco Dinoi».
Per saziare la fame materiale e spirituale la parrocchia SS. trinità ha sempre cercato di alimentare e mettere in pratica lo spirito missionario della comunità, grazie alle sollecitazioni del Gruppo Missionario Parrocchiale.
«Incontri preziosi sono quelli effettuati con missionari che operano personalmente in terra di missioni, tra cui molti sacerdoti stranieri, le suore Figlie di Sant’Anna che hanno le missioni in Eritrea e la missionaria laica manduriana Mimina Stano, che da moltissimi anni vive la sua missione in Tanzania.
Tra le attività concrete realizzate dal Gruppo Missionario Parrocchiale ricordiamo le adozioni di giovani seminaristi indiani, pachistani e africani che con l’aiuto della nostra comunità sono diventati sacerdoti e svolgono il mandato missionario nelle loro terre di origine; ricordiamo ancora le adozioni a distanza in Eritrea di alcuni bambini che versano in condizioni di indigenza assoluta, destinati probabilmente alla morte per fame senza il nostro intervento. E come non ricordare l’intervento a titolo personale di alcune famiglie della nostra comunità che, soprattutto nel momento del dolore per la perdita di una persona cara, hanno devoluto una somma di denaro in memoria del defunto alle varie missioni con cui la parrocchia è in contatto».