lunedì 25 novembre 2024


29/12/2017 08:00:23 - Provincia di Taranto - Attualità

«Vivresti - è scritto nel documento da inviare al ministro dello Sviluppo Economico - in una città dove chi inquina è difeso da uno scudo penale?»

 

Un gruppo di cittadini, tra cui il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, l’attivista ambientale Fabio Millarte e le pediatre Annamaria Moschetti e Maria Grazia Parisi, ha lanciato una raccolta firme per sostenere il ricorso al Tar del Comune di Taranto e della Regione Puglia contro il DPCM del 29 settembre 2017 «che - osservano i promotori - offre ad ArcelorMittal tempi lunghissimi per la messa a norma degli impianti dell’Ilva».

La petizione online è chiamata #Stopaldecretoilva-Manda la tua firma al ministro Calenda.

«Vivresti - è scritto nel documento da inviare al ministro dello Sviluppo Economico - in una città dove chi inquina è difeso da uno scudo penale? Noi cittadini sosteniamo il ricorso al Tar presentato dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia. Il nostro è un appello civico privo di ogni coloritura politica. Mira solo a contrastare l’inaudito tentativo del Governo di garantire fino al 2023 l’immunità penale di chi gestirà l’Ilva. In tal modo il Governo toglie ogni garanzia per i cittadini e i lavoratori. Ad Arcelor Mittal viene consegnata una città priva di tutele, offrendo un trattamento di massimo favore».

I promotori dell’iniziativa ricordano che «la Corte Costituzionale aveva consentito l’uso degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva (sottoposti ancora oggi a sequestro penale) a condizione che venisse eseguita la messa a norma di tutti gli impianti entro il 2015. Adesso invece la messa a norma di tutti gli impianti viene spostata al 2023 e nel frattempo ai gestori viene garantita l’immunità penale. Tutto questo è inaccettabile. Di fronte a un simile inaudito attacco - concludono - crediamo debba mobilitarsi l’intera comunità nazionale e chiunque abbia a cuore la democrazia e la Costituzione, qualunque sia la propria città, qualunque sia il proprio credo politico, qualunque sia la propria collocazione sociale».

Ecco il documento integrale degli ambientalisti:

«NO ALL'IMMUNITA' PENALE PER ARCELOR MITTAL. SI' AL RICORSO AL TAR DEL COMUNE DI TARANTO E DELLA REGIONE PUGLIA

Vivresti in una città dove chi inquina è difeso da uno scudo penale?

Noi cittadini sosteniamo il ricorso al TAR presentato dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia contro l’ultimo decreto ILVA del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM 29/9/2017).

Il nostro è un appello civico privo di ogni coloritura politica. Mira solo a contrastare l’inaudito tentativo del Governo di garantire fino al 2023 l'immunità penale di chi gestirà l'ILVA.

In tal modo il Governo toglie ogni garanzia per i cittadini e i lavoratori. Ad Arcelor Mittal viene consegnata una città priva di tutele, offrendo un trattamento di massimo favore.
Si profila un’operazione dalle caratteristiche neocoloniali in cui il Governo si inchina alla più grande multinazionale mondiale dell’acciaio. Il Governo trasforma Taranto in una zona franca dove si possa produrre senza il rischio di un intervento della magistratura e senza l’interferenza degli enti locali.

Inoltre il Governo

  1. non rende pubblico il Contratto di cessione ad Arcelor Mittal;
  2. non rende pubblico il piano industriale per ILVA;
  3. attacca il Comune e la Regione che hanno fatto ricorso al TAR impugnando l'ultimo decreto (DPCM) che sposta al 2023 la messa a norma degli impianti ILVA che dovevano essere già a norma nel 2015.

Ricordiamo che la Corte Costituzionale aveva consentito l’uso degli impianti dell’area a caldo dell’ILVA (sottoposti ancora oggi a sequestro penale) a condizione che venisse eseguita la messa a norma di tutti gli impianti entro il 2015. Adesso invece la messa a norma di tutti gli impianti viene spostata al 2023 e nel frattempo ai gestori viene garantita l’immunità penale.
Tutto questo è inaccettabile.

Ecco perché sosteniamo il ricorso al TAR del Comune e della Regione. E invitiamo tutti a farlo.

Non siamo di fronte a un braccio di ferro fra due fazioni politiche che litigano in modo irragionevole. Siamo invece di fronte a un braccio di ferro fra i cittadini da una parte e un Governo che vuole sospendere i loro diritti, mettendo per di più la museruola alla magistratura. Sospendendo la tutela dei diritti in una città devastata da un disastro ambientale, il Governo ferisce la democrazia e sfregia la Costituzione. Di fronte a un simile inaudito attacco crediamo debba mobilitarsi l’intera comunità nazionale e chiunque abbia a cuore la democrazia e la Costituzione, qualunque sia la propria città, qualunque sia il proprio credo politico, qualunque sia la propria collocazione sociale.

Per questo chiediamo la firma e la solidarietà di tutti i cittadini.

#STOPALDECRETOILVA».











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