Secondo questa intercettazione, un imprenditore vicino alla cosca e che si occupa di smaltimento di rifiuti, si era accaparrato alcuni lavori di smaltimento di scarti industriali e rifiuti tossici provenienti dall’Ilva di Taranto
«Noi abbiamo preso, stanno facendo lo smaltimento dell’Ilva .. a Taranto».
A parlare è Francesco Tallarico, componente del direttorio del clan Farao Marincola. In una intercettazione allegata all’inchiesta “Stige”, Talarico sostiene che, attraverso un imprenditore vicino alla cosca e che si occupa di smaltimento di rifiuti, si era accaparrato alcuni lavori di smaltimento di scarti industriali e rifiuti tossici provenienti dall’Ilva di Taranto, avendo la possibilità di effettuare circa dieci o dodici viaggi giornalieri, con il materiale che sarebbe stato poi scaricato in territorio calabrese.
«A Taranto - dice in un colloquio intercettato Tallarico - e abbiamo preso tutto il trasporto del limo, del materiale... con i camion e deve venire qua questo materiale, ci sono dieci, dodici viaggi al giorno e ho chiamato a lui l’ho fatto parlare pure con il compare Pino ..».
Il clan, attraverso società di facciata, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto diversi appalti di raccolta rifiuti in diversi Comuni delle province di Crotone e Catanzaro.