La posizione di Mariggiò e Sebastio (Verdi)
«Apprendiamo che il Comune di Taranto e la Regione Puglia hanno presentato la proposta di un Accordo di programma, ma dobbiamo rilevare che la stessa non centra il punto.
La tutela della salute e dell’ambiente ancora una volta non è al primo posto come sarebbe necessario nella situazione drammatica descritta dai tanti studi scientifici presentati negli ultimi anni, poiché condizionata dalla scelta di far continuare la produzione. Si continua a produrre senza autorizzazione e senza certificati di prevenzione incendi, cosa che non è permessa alle altre attività economiche. Si crea così un ingiusto vantaggio economico oltre che un danno all’ambiente e alla salute.
In particolare rileviamo che non viene messa in discussione l’immunità penale contestata duramente dal nostro coordinatore nazionale, Angelo Bonelli e dal consigliere comunale Vincenzo Fornaro, procedimento che elimina ogni deterrente per i reati, compresi quelli legati alla sicurezza dei luoghi di lavoro a tutela degli operai.
Nell'accordo vige la stessa logica per cui l’acquirente si impegna a presentare proposte, ma intanto gli impianti sono autorizzati a produrre.
Invece di eliminare il rischio di ulteriori slopping, si concedono altri sei mesi per un nuovo cronoprogramma di interventi, al contrario di quanto accadeva a Genova.
Non è ancora prevista la raccolta delle acque di prima pioggia che contribuisce alla contaminazione delle falde e del mare, a tutto danno della città e delle attività economiche legate al mare.
Al contrario consideriamo utile l’introduzione di fideiussioni a carico di Am Invest CO per un importo pari agli interventi previsti dal DPCM a vantaggio della gestione commissariale.
Appare anomalo l’art. 7 della proposta di Accordo secondo la quale sia il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ad approvare la progettazione degli interventi sulle politiche sociali dei cinque Comuni dell’area di crisi ambientale, mentre secondo l’art. 117 della Costituzione, la governance del sistema di welfare spetta alle regioni.
Ci chiediamo quali competenze abbia il MISE per valutare la progettazione sociale dei cinque Comuni e se ciò non rappresenti un'ulteriore commissariamento del nostro territorio. E’ necessario che questi fondi rientrino nella programmazione dei piani di zona che a breve sarà rivista nel rispetto del Quarto Piano Regionale delle politiche sociali, in una logica di integrazione degli interventi e di rispetto dei valori e delle priorità del sistema regionale.
In conclusione ribadiamo che la nostra posizione resta quella di chiudere gli impianti inquinanti e riconvertire l'economia del territorio nell’ottica di una sostenibilità economica, sociale e ambientale, così come chiesto da questa Federazione già dal 2007.
Gregorio Mariggiò
Elvira Sebastio
Co-portavoci dei Verdi per la Provincia di Taranto