Strano il silenzio di partiti e associazioni. Quale sarebbe stata la reazione se il pastrocchio l’avesse generato un’Amministrazione?
Si annulla o si rinvia?
Sono le residue ipotesi al vaglio, in queste ore, dal commissario straordinario Francesca Adelaide Garufi e dai dirigenti comunali per la Fiera Pessima. Crediamo sia ormai impraticabile, infatti, la via per l’organizzazione della rassegna nel periodo tradizionale, ovvero dall’8 al 12 marzo: troppo poco il tempo per individuare un’azienda (attraverso una trattativa privata o un’altra gara) e, poi, per montare i padiglioni, coinvolgere gli espositori (cui bisogna concedere qualche giorno per allestire i rispettivi stand) e approntare un programma di iniziative collaterali.
Poiché nessuno intende assumersi la responsabilità di far saltare, dopo tanti decenni, un’edizione della Fiera e poiché il mancato svolgimento della rassegna comunque comporta un danno economico alla città (nei giorni espositivi lavorano ristoranti e strutture ricettive), probabilmente l’ipotesi più verosimile potrebbe essere comunque quella di far slittare l’evento: c’è chi crede di un paio di settimane e chi, invece, auspica un rinvio a maggio, al fine di avere più tempo per fare tutto per bene. In ogni caso, però, per la prima volta la fiera si svincolerebbe dalla festa in onore del santo patrono Gregorio Magno.
Una decisione definitiva sarà assunta, crediamo, nei primissimi giorni della settimana prossima. Decisione non facile, perché comunque vada si interromperà una tradizione e sarà arrecato un danno all’immagine della fiera.
Certo è che se i tempi per l’aggiudicazione della gara fossero stati più celeri, non si sarebbe arrivato a tanto. L’Amministrazione uscente, guidata da Massafra, aveva già indetto la gara prima della crisi.
«Mai come questa volta la politica aveva adottato gli atti tempestivamente» ricorda l’ex vice sindaco Gianluigi De Donno. «Sin dal mese di maggio dello scorso anno, per far sì che ci fossero i tempi tecnici per far fronte ad ogni evenienza e assicurare il successo della manifestazione. Un prezzo che la città paga a chi pensa che mandare a casa l’Amministrazione sia la risposta ai problemi».
Stranamente, però, associazioni e partiti che avrebbero crocifisso l’Amministrazione, qualora fosse stata ancora in carica, ora sono tutti in silenzio.