Domani pomeriggio l’incontro con Pierluigi Glionna
La testimonianza di una vittima di bullismo per riflettere, a scuola, su un fenomeno che va diffondendosi sempre più e che è figlio della cultura della sopraffazione.
Giovedì pomeriggio l’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano” ospiterà Pierluigi Glionna, un giovane e poliedrico artista di Spinazzola, che ha vissuto sulla propria pelle episodi di violenza psicologica. Quasi un’ossessione che dura sin da quando era adolescente.
Lo scherno del compagno di classe, il bullismo dei ragazzi a scuola, la parolaccia in strada, la parodia in un negozio, gli sguardi sospetti, ma anche l’insulto gridato a gran voce con sdegno dal branco di turno. Sono tanti i modi cui oggi può manifestarsi, anche virtualmente su facebook, dietro l’anonimato di una mail e di una tastiera.
Pierluigi, però, ha avuto la forza di reagire denunciando, un mese fa circa, attraverso facebook, questa ormai insostenibile e intollerabile situazione di cui è vittima.
«La mia vita però, fin dai primi anni delle scuole elementari è stata “macchiata” da voci, insulti, ingiurie sul mio conto.. E da quella parola, Piergay, che eviterò di riscrivere» ha raccontato Pierluigi su facebook. «Per quasi 10 anni non c’era volta che attraversavo una piazza e non sentivo insultarmi o vedere gente che rideva di me; non potevo entrare in un bar o semplicemente uscire con le mie amiche. Per 10 anni. Questo schifo mi ha fatto cambiare scuola superiore perchè ogni giorno durante il viaggio di ritorno subivo bullismo. Questo schifo mi ha fatto rinchiudere dentro casa per un periodo perchè avevo paura di uscire. Mi piacerebbe raccontarvi che questa violenza sia finita. Non è così.
Nei giorni scorsi ho fatto un brutto salto nel passato: un gruppo di bambini di 13 o 14 anni (anche se a quell’età bambini non lo si è più) mi hanno urlato questo schifoso nomignolo per strada, hanno fatto versi e detto frasi sul mio conto. Appena ho cercato di avvicinarmi e parlare con loro da persona matura, ovviamente sono scappati via.
Fa male essere obbligati a convivere senza che io lo voglia con questo insulto dato da qualcuno.
Questo è un appello che faccio perché sono stanco di subire una violenza, perché questa è una violenza a prescindere se la bocca sia di un bambino o di un adulto.
Non si può giustificare ogni cosa che dice un bambino, sono stanco di sentire genitori che mi dicono "ma mio figlio si fa trasportare".
Questo è un appello che faccio perché sono stanco di subire una violenza, perché questa è una violenza a prescindere se la bocca sia di un bambino o di un adulto.
La cosa che mi da più rabbia è che sono le nuove generazioni, gli adolescenti, i bambini ad usare questi termini... Insomma da chi nel 2018 dovrebbe sapere che GAY non è una parolaccia, che GAY un insulto non è.
Non bisogna rimanere impassibili, bisogna agire.
Nelle scuole si parla di bullismo, ma evidentemente questa gente è distratta quando se ne parla.
Crescete, scoprite, informatevi se siete ignoranti... perché un giorno che uscirete da questo paesino sarete piccoli come formiche e vi accorgerete realmente di com'è il mondo.
Vorrei fare un appello anche a tutti i genitori: insegnate ai vostri figli che il mondo va avanti, che la vita è corta e bisogna vivere esaltando l'amore, l'amicizia, le passioni.
Concludo col dire che se per voi questo mio estro è ESSERE DIVERSO, allora SONO FIERO DI ESSERE DIVERSO, è la parte migliore di me».
Pierluigi ha accettato l’invito dell’istituto “Prudenzano”: domani, alle 16, sarà a Manduria per fornire agli studenti la propria testimonianza. Un modo incisivo per sensibilizzare i ragazzi al rispetto del prossimo.