Davvero eccezionale la sua creazione in cioccolato: la maschera di ferro
Cesare Sciambarruto ha ottenuto un eccellente quarto posto nei Campionati Italiani di
Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria, che si sono svolti recentemente a Massa Carrara. Cesare, che ha gareggiato nella sezione “cioccolateria”, ha sfiorato il podio presentando il lavoro “La maschera di ferro”, scolpita a mano.
In questa circostanza, Cesare Sciambarruto ha anche sostenuto gli esami per ottenere l’abilitazione da insegnante FIPGC (la federazione del settore), sia nel cake design, sia nella “pasticceria base”. Entrambi i corsi sono stati brillantemente superati.
Ecco la descrizione dell’opera da parte dello stesso Cesare Sciambarruto.
«Nella mia pieces ho voluto rappresentare, tramite il film la Maschera di Ferro, pellicola ispirata al romanzo intitolato “Il Visconte di Bragellone” del celebre autore francese Alexandre Dumas, alcuni temi che mi stanno particolarmente a cuore, il predominio del bene sul male, della giustizia sull’ingiustizia e dell’ importanza dell’amore, nelle sue più svariate manifestazioni, che diventa il mezzo e la forza per raggiungere gli obiettivi più nobili.
Il sovrano Luigi XIV conosciuto più comunemente come re Sole, avrebbe fatto imprigionare il fratello gemello Filippo, nonché legittimo erede al trono, obbligandolo ad indossare la maschera per nascondere la somiglianza con il sovrano, per evitare che potesse pretendere al suo trono.
D’Artagnan, e i tre moschettieri Athos, Porthos e Aramis si sono battuti con incredibile audacia per il nobile fine di far trionfare la giustizia: uno per tutti. Tutti per uno. Una frase storica la loro che racchiude battaglie e guerre vinte all’insegna della loro unione.
L’amore della madre verso di loro, ha fatto si che lei stessa si privasse dell’amore più grande che era riuscita segretamente a custodire per tutta la vita, l’amore verso il loro vero padre.
Il salire al trono di Filippo, dopo le ingiustizie subite, è un inno di speranza e di riscatto verso tutte le persone detenute ingiustamente e costrette ad indossare una maschera che rappresenta l’urlo di verità inascoltato».
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