martedì 26 novembre 2024


10/03/2018 10:15:38 - Manduria - Attualità

Scontenta per la decisione di accentrare le competenze gestionali al dirigente del Comune

 

Continua a far discutere il regolamento del Museo Civico di Manduria.

Stabilisce che la responsabilità della struttura sarà attribuita al dirigente dell’ente comunale che si occupa di beni culturali, cui saranno affidate “le decisioni sull’opportunità e le modalità di esposizione del materiale comunque acquisito”.

La gestione del Museo Civico (che sarà suddiviso in due sezioni: quella dedicata alle raccolte di archeologia, arte antica e artigianato artistico e, poi, la sezione dedicata alla Seconda Guerra Mondiale), viene, in altri termini, “affidata al dirigente in servizio”.

Il regolamento del Museo Civico, approvato dal Comune un po’ di tempo fa, scontenta un po’ tutti. In particolare, per questa decisione di accentrare le competenze gestionali al dirigente del Comune. Le aspettative erano altre. Si sperava si potesse puntare su una figura che avesse maggiori competenze storiche e di gestione di un museo. O, in alternativa, a figure di operatori culturali locali. Il timore è che il dirigente, preso dai tanti problemi dell’ente pubblico, finisca poi per trascurare la gestione del Museo Civico, che avrebbe bisogno, soprattutto per la sua valorizzazione, di gente disponibile ad un impegno costante.

Regolamento, questo, che ha finito per deludere anche gran parte di coloro che erano impegnati, a livello di volontariato, nell’attuale fase di organizzazione della sezione dedicata alla Seconda Guerra Mondiale.

«Nel comune di Manduria esistono funzionari affetti dal “delirio di onnipotenza ed onniscienza”» è l’amaro sfogo di un addetto all’allestimento del museo, che ha deciso di lasciare questo suo impegno. «Ciò dovrebbe spingerci ad una breve considerazione: o sono geni, o millantatori. Io propendo per la seconda ipotesi, visto la situazione di degrado in cui versa Manduria in tutti i settori.

Avevo accettato con piacere di aiutare un team di operatori che si era messo al lavoro per allestire la sezione dedicata alla Seconda Guerra Mondiale, visto anche il mio attaccamento alle istituzioni. Ognuno ha messo a disposizione il proprio materiale, è andato alla ricerca di altro materiale, lo ha raccolto e sistemato nell’area che dovrà essere adibita a museo, lavorando giorni e giorni.

Poi apprendiamo dell’approvazione del Regolamento. Ritengo che tale atto sia stato poco gentile, per non dire molto sgarbato, nei confronti di tutti coloro che si stavano interessando all’organizzazione dello stesso del museo. Avrebbero, almeno, dovuto ascoltare quale fosse il loro pensiero in merito e poi decidere. Qui subentra la convinzione, da parte di qualcuno, dell’onnipotenza e onniscienza.

Peraltro, tale regolamento, da noi studiato, è a mio avviso improvvisato, incompleto e omissivo».











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