«Siamo abbandonati a noi stessi: ci promettono sempre ma non mantengono mai»
«Dal luglio dello scorso anno, centinaia di famiglie sono state private dell’assegno di cura per assistere i loro cari ammalati di SLA. Nonostante tante promesse, che ci sono state fatte a più riprese, siamo ancora in attesa, abbandonati a noi stessi. Nel frattempo, le forze stanno venendo meno».
E’ lo sfogo di Rosanna, moglie di Piero Pizzi, un manduriano che, a causa della Sclerosi Laterale Amiotrofica, è completamente paralizzato e muto (riesce a muovere solo gli occhi).
«A luglio è stata interrotta l’erogazione dell’assegno di cura» ricorda Rosanna. «La Regione, dopo aver ricevuto delle richieste di sostegno economico da altre categorie di ammalati, non avendo evidentemente fondi per tutti, ha deciso di pubblicare un bando ISEE per compilare una graduatoria e, quindi, per scremare gli aventi diritto.
A parte il fatto che, dopo la consegna delle domande a settembre, la graduatoria non è ancora pronta, mi chiedo con quale criterio e secondo quale logica ci possano essere malati gravissimi di serie A e malati gravissimi di serie B?
Come si può immaginare di erogare o meno un assegno di cura (circa mille euro) tenendo conto dei parametri ISEE? Come si può penalizzare una famiglia se ha uno o due figli, che, peraltro, neanche lavorano?
Io oggi posso contare solo sulla pensione di invalidità di mio marito: circa 800 euro. Devo pagare un affitto di 500 euro e, con le restanti 300 euro, dovrei acquistare le medicine per mio marito, pagare bollette, tasse e, con quel che rimarrebbe, acquistare il cibo per sopravvivere..
Dopo la sospensione dell’erogazione dell’assegno, ho dovuto licenziare la badante. Chi ha preso questa decisione non riesce a comprendere quello che le famiglie vivono ogni giorno. Mio marito (è sia “tracheo” che “peg”) e tutti gli ammalati gravissimi di SLA hanno bisogno di attenzioni costantemente, di giorno e di notte. Come si può reggere in questa situazione senza un aiuto esterno? Mi chiedo: se io ricoverassi mio marito in una struttura pubblica, lo Stato o la Regione non dovrebbe accollarsi gli oneri dell’ospedalizzazione, che sono certamente maggiori dell’assegno di cura di circa mille euro al mese?».
A più riprese, è stato garantito, anche attraverso i mass media, che gli ammalati sarebbero ritornati a ricevere l’assegno.
«Ho contattato anche il governatore Emiliano attraverso facebook. Tante promesse e rassicurazioni, ma io l’assegno non l’ho più ricevuto..».