Fra le figure richieste, non ci sono archeologi, medioevalisti o esperti di storia locale, ma un cultore di storia e cultura ebraica
Nell’occhio del ciclone il bando sull’affidamento della gestione del museo civico di Manduria, la cui inaugurazione dovrebbe aver luogo nel mese di marzo. Museo, allocato nell’ex convento delle Servite, che conterrà tre sezioni: una dedicata alle testimonianze archeologiche della città, che non hanno potuto trovare evidentemente spazio nel museo allestito nell’ex convento degli Agostiniani; una che conterrà le testimonianze della Seconda Guerra Mondiale; una terza, infine, dedicata al Medioevo.
Il Comune di Manduria, pur volendo conservare il coordinamento della gestione, cerca un’associazione o un’impresa iscritta alla Camera di Commercio per affidare, per il prossimo biennio, l’aspetto operativo della stessa gestione e, per questo, ha già previsto un contribuito complessivo di 5mila euro.
La polemica è sorta, però, in merito ai requisiti richiesti per lo staff di gestione delle associazioni che concorreranno. A far storcere il naso, in particolare, la presenza della figura di un cultore di storia e cultura ebraica.
«Apre il Museo civico» scrive Cecilia nel proprio profilo facebook. «Conterrà una sezione archeologica (ancora tutta da inventare), una sezione medievale (ancora tutta da inventare) e una sezione dedicata alla Seconda Guerra Mondiale che, grazie alle donazioni di tanti cittadini e all’impegno materiale di pochi, è già pronta. Non avendo personale proprio, il Comune decide di affidare la gestione ad “una associazione”.
Tra le competenze richieste pensate sia prevista la presenza di un archeologo? Noooo! Di un medievalista? Noooo! Di uno storico della Seconda Guerra Mondiale? Noooo! Di un esperto di storia locale (trattandosi di un museo civico..)? Noooo!
Si ritiene invece indispensabile la presenza di un cultore di storia e cultura ebraica. La domanda sorge spontanea: che abbiano copiato il bando da Oria? Che abbiano già in mente qualcuno?».
In effetti, nel bando si legge proprio questo nella parte dedicata ai requisiti: «Presenza nello staff di gestione di risorse umane con profili professionali afferenti i servizi gestionali del bene culturale in oggetto, acquisiti anche attraverso attività di guida presso musei e/o attrattori analoghi, in particolare: almeno un soggetto che abbia conoscenze di storia e cultura ebraica; almeno 2 soggetti di comprovata capacità e conoscenza della lingua inglese».
«La presenza del soggetto che abbia conoscenza di storia e cultura ebraica? Per me» scrive Antonio sul proprio profilo facebook, «potrebbe significare 2 cose: o che si voglia fare un Museo per la Shoah o che abbiano già trovato a chi affidarlo...».