E’ un antico rituale le cui origini sono da ricercare nei culti aviti del mondo pagano
Ritorna il “Rito dei Santi”, un antico rituale le cui origini sono da ricercare nei culti aviti del mondo pagano (riplasmati con l’avvento della dottrina evangelica), che caratterizza, a Fragagnano, la festa in onore di San Giuseppe. L’iniziativa, giunta alla sua undicesima edizione, patrocinata dal Comune di Fragagnano, è promossa dalla Pro Loco, che quest’anno si è avvalsa della collaborazione dell’Associazione delle Città del SS. Crocifisso, guidata da Alesio Valente e che ha in Giuseppe Semeraro il motore della macchina organizzativa.
«L’Associazione Città del SS. Crocifisso è una grande comunità alla quale aderiscono ben 23 comuni di 6 regioni dell’Italia meridionale: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna» rende noto Nunzia Digiacomo, rappresentante della Pro Loco. «Il comune capofila è la città di Gravina in Puglia».
Gli appuntamenti previsti sono due: sabato, alle ore 19, presso la sala convegni del palazzo Marchesale, si terrà un incontro, moderato dalla giornalista Nicla Pastore, che verterà sulla figura di San Giuseppe, emblema di umiltà e dedizione, sulla presentazione del Progetto Regionale Radices e sull’usanza della mattra (ovvero madia, dal greco maktra e dal latino magida, grande piatto e mactra, impastare).
Interverranno anche Loredana Capone, assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia ed Elio Francescone, docente di Letteratura Italiana e Storia.
Domenica prossima, invece, alle ore 11 si svolgerà il Rito dei Santi in una location decisamente più fruibile quale è piazza Regina Elena.
«Corrispondenze con il “Rito dei Santi” si ritrovano anche nella liturgia tramandata dai monaci basiliani e, ancora, nelle tradizioni delle comunità arbereshe ed ebraiche» aggiunge Nunzia Digiacomo, che poi presenta il programma di domenica prossima. «Attorno alla tavola, allestita per l’occasione, si disporranno i convenuti (in numero di 13), richiamando l’immagine dell’Ultima Cena.
Durante la celebrazione del Rito verranno declamate letture e poesie, mentre gli astanti potranno degustare i 13 piatti tipici della tradizione, ognuno dei quali allusivo di simbologie apotropaiche.
L’edizione di quest’anno si colloca all’interno di un panorama più ampio che proclama il 2018 quale Anno Nazionale del Cibo Italiano, riconoscendo ad esso il valore di mediatore di relazioni, ma anche Anno Europeo del Patrimonio Culturale, inducendoci a riflettere sul valore che il patrimonio materiale ed immateriale riveste per la nostra società».