martedì 26 novembre 2024


09/04/2018 09:19:43 - Manduria - Attualità

«Le vicissitudini che hanno coinvolto in questi giorni la comunità della parrocchia di San Michele Arcangelo creano rabbia, sdegno, amarezza e delusione»

 

«Padre Gabriele lo conosco da tanti anni. E’ una brava persona e un bravo sacerdote: non merita questo».

E’ uno dei tantissimi post apparsi sui social in questi giorni. Chi conosce bene padre Gabriele, sa che è sempre stato vicino agli “ultimi”.

«Ho aiutato tantissimi albanesi che giunsero a Brindisi nella prima ondata di migrazioni» ricorda padre Gabriele. «Ho aiutato uomini e donne che sono arrivati a Manduria dai Paesi dell’Africa. Uno di questi è Maurizio, forse fra i primi extracomunitari a raggiungere, tanti anni fa, Manduria»

La solidarietà e l’impegno nella cultura: due cardini dell’opera di questo sacerdote, che ha 76 anni.

«Quando ci fu il terremoto in Friuli, organizzai uno spettacolo di beneficenza al teatro Candeloro: raccogliemmo diversi milioni di lire, che portai personalmente a questa gente» ci racconta ancora padre Gabriele, che poi ricorda le tante manifestazioni culturali: dal Carnevale Manduriano al Presepe Vivente e alla Passione.

Grazie ai Servi di Maria, Manduria dispone di un campetto di calcio, in cui hanno iniziato a tirare i primi calci al cuoio decine di generazioni di ragazzi manduriani, e un grande e moderno complesso per gli anziani, diretto ora dalle suore Compassioniste Serve di Maria.

«Cosa porto nel mio cuore? Puoi scrivere cosa porterò nei miei tre by-pass» scherza padre Gabriele. «Porto tutti coloro che ho conosciuto e in particolare i tanti ragazzi cui ho insegnato, per ben 15 anni, la religione cattolica nella scuola media “Marugj”».

La sua ultima celebrazione risale a giovedì. Ma padre Gabriele evita di parlare del futuro.

«Un episodio che mi ha fatto male? Mi sarei aspettato una vicinanza maggiore da parte di qualche sacerdote Servo di Maria espresso da questa città».

La serenità di padre Gabriele non è stata affatto scalfita dall’episodio della Settimana Santa.

«Le vicissitudini che hanno coinvolto in questi giorni la comunità della parrocchia di San Michele Arcangelo creano rabbia, sdegno, amarezza e delusione» scrivono Angelo e Martina su facebook. «Rabbia nei confronti di coloro che hanno mortificato due persone che in tanti anni di non hanno mai dimostrato discriminazioni, ma sono sempre stati ben disposti verso il prossimo. Sdegno perché, invece di “gridare al lupo”, avrebbero potuto chiarire qualsiasi dubbio che si era creato parlando direttamente con padre Gabriele e padre Leonardo».











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