domenica 22 settembre 2024


13/04/2018 07:45:58 - Provincia di Taranto - Attualità

Chi volesse apprezzare le sue qualità, può assistere allo spettacolo in programma il 21 aprile a Carosino

 

Cos’è e cosa fa un mentalista?

«Semplicemente, un mentalista legge la mente delle persone. Le influenza a fare determinate scelte o ne prevede le azioni. Ma nulla di paranormale. È un intrattenitore che usa le sue tecniche e i suoi artifici per ottenere questo risultato. Si tratta di un mix esplosivo di psicologia, comunicazione non verbale, suggestione, mnemonica, magia, misdirection (distrazione dell’attenzione) che concorrono tutte a permettermi di capire quello che il mio pubblico pensa.

Ma il Mentalismo ha radici antichissime. Il British Museum di Londra conserva nei suoi archivi il Papiro Setne II che riporta le vicende di Siossiri, nipote del faraone Ramesse, che era in grado di indovinare il contenuto dei papiri scelti dal padre e dal nonno senza che questi venissero aperti».

Occorre avere delle capacità particolari per essere un mentalista?

«Con la giusta dedizione e il giusto studio tutti possono ottenere dei buoni risultati, credo però che di base ci sia la necessità di avere una buona capacità empatica. Bisogna entrare subito in sintonia con il pubblico o con le persone per le quali ci si sta esibendo, quindi la capacità di relazionarsi con gli altri diventa fondamentale per la buona riuscita delle esibizioni».

Quando hai scoperto questa vocazione?

«In realtà ho iniziato da piccolino ad interessarmi di magia tradizionale. Quindi magia con le carte o magia con le monete. Però, pur essendone affascinato, la magia non mi appassionava appieno, e non essendo io appassionato fino in fondo non riuscivo nemmeno ad appassionare le persone per le quali mi esibivo. Poi a circa 12 anni ho scoperto il Mentalismo, che è un mondo totalmente diverso, che riguarda le emozioni e i pensieri delle persone. Quindi qualcosa di molto più intimo, molto più personale. Da allora, tutti i giorni, impiego tre quarti del mio tempo a studiare e capire i comportamenti umani, la mente e le sue reazioni, e di conseguenza come sfruttare a mio vantaggio le sue zone di fallibità».

Ricordi i tuoi primi spettacoli?

«Ricordo benissimo i miei primi spettacoli. Una palestra incredibile che mi ha permesso di capire il miglior approccio con la gente, cosa funziona meglio e cosa potrebbe non funzionare. Uno degli episodi che ricordo con più divertimento accadde in uno dei miei primi show. Un uomo dal pubblico urlò “spiegami come fai!” e io, preso alla sprovvista, risposi “se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti!”. Lui, come colto da una illuminazione celestiale replicò: “allora spiegalo a mia suocera!”. Il pubblico si abbandonò ad una fragorosa risata. Mi aveva appena chiesto di uccidere sua suocera!».

Quali sono i numeri del tuo spettacolo che colpiscono di più?

«Ci sono diversi momenti interessanti nel mio nuovo show. Si chiama PSYCHE e contiene molti segreti. Infatti chi ha già visto lo show mantiene il completo riserbo sul suo contenuto. Il bello di PSYCHE è proprio questo, non posso parlarne. Ma è sicuramente uno show divertente, che prevede la costante partecipazione del pubblico, ed è soprattutto diverso da tutti gli show visti fino ad ora!».

Vi sono esercizi per mantenerti in allenamento?

«Il vero allenamento, nel Mentalismo, si fa semplicemente esercitandolo. Quindi più lavori, più ti esibisci, e più diventi abile a destreggiarti nei pensieri delle persone. Non c’è la possibilità di allenarsi da soli, altrimenti tutte le tecniche messe a punto resterebbero mera teoria, al contrario molta pratica aiuta a capire tutti quei meccanismo che bisogna padroneggiare e quindi a migliorare le performance».

Ti ispiri a qualcuno?

«Ci sono diversi artisti che hanno influenzato il mio percorso artistico. Uno di questi è sicuramente l’inglese Derren Brown, padre del Mentalismo moderno.

Quali sono i tuoi programma per il futuro?

«Al momento il programma è quello di portare in giro il mio show PSYCHE, la prossima tappa sarà sabato 21 aprile al Teatro Comunale di Carosino. Anche per far conoscere quest’arte non ancora scoperta del tutto dal grande pubblico.

E poi ci sono due o tre appuntamenti davvero importanti nei prossimi mesi, dei quali non posso parlare ora, ma che saranno di grande soddisfazione per me e per il pubblico». 











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