L’esponente politico ha precisato di aver adempiuto all’epoca agli obblighi di registrazione, previsti dalla Legge 515/93
L’ex deputato del Pd Ludovico Vico, ascoltato come teste dell’accusa nel processo per il presunto disastro ambientale causato dall’Ilva, ha ammesso di aver ricevuto un contributo di 49mila euro dall’azienda dei Riva per le elezioni politiche del 2006. L’esponente politico ha precisato di aver adempiuto all’epoca agli obblighi di registrazione, previsti dalla Legge 515/93, delle spese sostenute e di tutti i contributi economici ricevuti mediante la dichiarazione per la pubblicità delle spese elettorali e l'allegato elenco nominativo dei contributi in denaro.
Vico ha risposto ai pubblici ministeri Remo Epifani e Mariano Buccoliero e ha parlato del contributo ricevuto dall’Ilva su domanda dell’avvocato di parte civile Francesco De Lauro. L’ex deputato, attuale presidente provinciale dei Dem di Taranto, ha riferito anche di aver ricevuto, tramite posta elettronica, un testo dall’ex responsabile delle relazioni industriali dell’Ilva Girolamo Archinà che proponeva iniziative parlamentari volte alla modifica dell’art. 674 del codice penale (getto pericoloso di cose), ma nulla fece per dar corso a tali sollecitazioni.
Il nome di Vico compariva nelle intercettazioni della Guardia di finanza per i suoi colloqui telefonici con Archinà, ma il deputato ha sostenuto che la questione Ilva era centro della sua azione politica e che si è sempre schierato al fianco dei lavoratori.