Lectio magistralis di Bruni al De Sanctis Galilei di Manduria
Ieri, in occasione del bimillenario della morte del poeta Ovidio, il professor Pierfranco Bruni, direttore Archeologo del Mibact, ha tenuto nel teatro De Sanctis del Liceo manduriano un seminario di studi sulla vita e sull’opera dello scrittore romano, tra i principali esponenti della letteratura latina e della lirica elegiaca, intitolato “Ovidio e la malinconia dell’esilio nel bimillenario della morte”.
Dopo una breve introduzione a cura della professoressa Luana D’Aloja, in qualità di moderatrice dell’evento, il relatore ha discusso con gli studenti intervenuti sulla questione legata al tema dell’esilio del poeta, relegato nella città di Tomi, attuale Costanza, a seguito di un editto promulgato da Augusto nel 8 d.C., probabilmente a causa di un carmen e di error, ancor oggi oggetto di interessanti interpretazioni.
La trattazione è stata, inoltre, alternata alla recitazione di alcuni passi antologici, a cura degli studenti del Liceo “De Sanctis Galillei”, tratti dalle opere più celebri di Ovidio, come gli Amores, le Heroides e i Tristia, che rappresentano – come ha sottolineato lo stesso Bruni - il punto di partenza per comprendere fino in fondo i sentimenti maturati dal poeta di Sulmona, durante il periodo della relegazione.
La riflessione sulla lirica ovidiana ha, inoltre, contribuito a ricercare la profonda attualità che è possibile cogliere attraverso la lettura della pagina classica, che ha ispirato, nel corso dei secoli, molti letterati e non solo.
Ovidio è stato, in ultimo, applaudito in qualità di cantore della bellezza, della semplicità e dell’eleganza, caratteristiche che ogni persona dovrebbe avere o ricercare. Il seminario si è, infatti, concluso con l’accorato invito alle nuove generazioni di studenti a ricercare nel poeta elegiaco un modello da emulare nello suo talento di narratore, di pittore del meraviglioso e di seducenti fantasie, che hanno alimentato la materia di infinite variazioni alla successiva letteratura.
Gianluca De Pascalis
(Le foto sono di Ludovica Filomena)