martedì 26 novembre 2024


13/05/2018 07:55:41 - Manduria - Attualità

Da domani arrivano altri tre commissari di governo: Vittorio Saladino, Luigi Scipioni e Luigi Cagnazzo

 

«Mi sono ritrovata a gestire una quantità complessa di problemi, con un organico numericamente inadeguato: 85 unità, comprese quelle della Polizia Municipale, a fronte di una pianta organica che ne dovrebbe prevedere più di 230. Ho fatto il possibile: alcune cose sono conosciute, altre hanno avuto meno risonanza, altre ancora sono cantierizzate e avranno visibilità nel prossimo futuro».

Il prefetto Francesca Adelaide Garufi, commissario straordinario del Comune di Manduria dal settembre scorso, lascia la città con un mese di anticipo. Avrebbe dovuto guidare Manduria sino alla Amministrative del 10 giugno prossimo. Lo scioglimento del Consiglio comunale per “infiltrazioni della criminalità” impedirà agli elettori manduriani di eleggere un nuovo sindaco e una nuova assise e, nel rispetto della legge, da domani arrivano altri tre commissari di governo: Vittorio Saladino, Luigi Scipioni e Luigi Cagnazzo.

«Ho sentito per telefono il prefetto in pensione Vittorio Saladino, mio collega e coetaneo» ha reso noto la dott.ssa Garufi. «Abbiamo parlato a lungo. Gli ho indicato alcuni filoni un po’ più delicati. Il mio mandato termina oggi, ma aspetterò che i nuovi commissari si insedino lunedì».

La dott.ssa Garufi si è soffermata sulle cose realizzate: dall’appalto multiservizi all’inserimento di Manduria nella zona economica speciale, dal riconoscimento di città d’arte alla convenzione con l’area vasta, dall’inaugurazione del museo sulla Seconda Guerra Mondiale ai nuovi proficui rapporti con la Soprintendenza.

«Ci sarebbe voluto più tempo per portare a compimento tante idee sulle quali abbiamo iniziato a lavorare. La presenza di un commissario è troppo limitata per poter sperare di raccogliere i frutti dell’impegno».

Poi la dott.ssa Garufi ha scrutato il futuro della città.

«Questi 18 mesi devono servire per capire gli errori del passato e per impostare un futuro diverso, in cui si possano poggiare le basi per il rilancio di Manduria. I miei tre successori avranno più tempo. Un’idea significativa? Cercare di utilizzare i tanti beni confiscati alla mafia proprio per dare un segnale alla città».

La dott.ssa Garufi non ha difficoltà ad indicare le cose che non rifarebbe.

«Sicuramente avrei evitato il troppo permissivismo che c’è all’interno di palazzo di Città. Non servono le barriere, ma ci vuole più ordine. E poi avrei preteso maggiore qualità negli atti deliberativi. Alcuni non avevano né capo, né coda. Eppure, per le urgenze, ho dovuto turarmi il naso e firmarle».











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