Il caso della presunta raccomandazione del sindaco: “Nel corso dell’indagine non sono stati acquisiti elementi di riscontro”
«I gruppi politici che sostenevano l’Amministrazione uscente impugneranno il provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale di Manduria».
Anche se ha più volte ribadito il proprio disimpegno dalla politica attiva e il conseguente disinteresse verso il futuro amministrativo della città, l’ex sindaco Roberto Massafra annuncia questa decisione. Comprensibile la motivazione: l’accostamento della criminalità organizzata ad alcuni amministratori del passato prossimo (che avrebbe compromesso la legalità e il rispetto dei principi di buon andamento dell’azione della coalizione uscente), alla base dell’atto che decreta il commissariamento di Manduria per i prossimi 18 mesi, inficia e scalfisce l’immagine dell’intero gruppo che è stato al timone della città negli ultimi anni e quindi anche di coloro che, onestamente, hanno messo la propria faccia nel tentativo di rilanciarla, nonché quella della comunità. Accostamento che, secondo quanto dichiarato sia dal sindaco uscente Massafra, che dal suo vice De Donno, sarebbe viziato da «un pregiudizio nei confronti della politica manduriana».
La decisione giunge nel giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto di scioglimento del consesso, che contiene la relazione della commissione d’accesso. Poche le novità sostanziali emerse. Peraltro la presenza degli omissis rende incomprensibili alcuni passaggi.
Proprio relativamente al ruolo del sindaco, emerge con maggiore chiarezza, ma tende a sgonfiarsi, l’episodio cui si riferiva il ministro Minniti: le presunte pressioni che avrebbe esercitato per far assumere da un’azienda vincitrice dell’appalto della rigenerazione urbana del quartiere “Santa Gemma” un soggetto implicato nell’inchiesta “Impresa”.
«A riferire la circostanza dell’affidamento dell’incarico deciso dal Omissis (il sindaco, ndr), sarebbero stati due pregiudicati di lungo corso, sodali del boss Omissis, tali Omissis (intenzionato a far lavorare il proprio figlio presso il cantiere in questione) e Omissis, soggetto che annovera già condanne passate in giudicato per i reati di cui all’art. 416-bis, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, armi ed esplosivi».
Ma si tratta di mera conversazione, sui contenuti della quale gli inquirenti non hanno trovato nessun’altro riscontro.
«Nel corso dell’indagine non sono stati acquisiti elementi di riscontro» si legge nella relazione della commissione, «anche se è certa la presenza del Omissis nel cantiere e la sua assunzione da parte dell’Omissis s.r.l.».
Roberto Massafra, il cui nome non compare mai nell’inchiesta “Impresa”, ha smentito con decisione la circostanza.