L’appello a sviluppare la “dimensione del noi” del magistrato e l’intervento di Leonardo Giangrande
«Al sistema mafioso che si presenta strutturato e sistemico va contrapposto un altro sistema cambiando il paradigma. La dimensione della mafia si radica nell’io che è fragile. Per una strategia vincente, va sviluppata invece la dimensione del noi sia a livello investigativo, come sta avvenendo attraverso una rete tra magistratura, Prefettura, Questura e forze dell’ordine, sia nel rapporto con i cittadini verso cui lo Stato ha il dovere di essere credibile».
E’ il messaggio che il magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari Giuseppe Gatti e il giornalista Gianni Bianco hanno voluto lanciare con il libro, scritto a quattro mani, “Alle mafie diciamo Noi”, presentato l’altro ieri sera nel corso di una manifestazione promossa da Confcommercio. Iniziativa che ha coinvolto diverse associazioni del posto e gli studenti delle scuole superiori della città, che all’inizio dell’evento hanno interpretato e proposto la discussione della seduta dell’assemblea costituente nella fase della scelta del testo dell’articolo 1 della Costituzione.
Alla manifestazione è anche intervenuto il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande, il quale, partendo proprio da valori importanti come quelli della legalità e del lavoro dignitoso, ha offerto ai presenti un quadro della realtà della provincia.
«Negli ultimi sette anni, circa 3mila imprese dei settori del commercio, del turismo e dei servizi hanno chiuso i battenti» ha ricordato Giangrande. «Migliaia di posti di lavoro sono andati in fumo. Bisogna rimboccarsi le maniche, allora, per ridare speranza alla nostra terra e opportunità di lavoro ai nostri ragazzi. Come? Io sono convinto che, per ragioni differenti, gli asset dell’Ilva e dell’Arsenale sono venuti meno. Allora è il caso di puntare, con più determinazione, alle altre risorse del nostro territorio: il turismo e l’agroalimentare. Ma serve una svolta. Manduria ha 18 km di costa, ma è ancora in attesa di un Piano delle Coste, che potrebbe creare nuove prospettive occupazionali. Serve tenere pulite le spiagge, ma anche dotare il territorio delle infrastrutture: quando sarà realizzata, ad esempio, la Talsano-Avetrana? Bisognerebbe poi colpire l’economia sommersa: coloro, e sono tanti, che non pagano le tasse. Altrimenti occorrerebbe spiegare ai miei associati, vessati da mille controlli, che il principio del rispetto delle regole finisce per valere solo per noi..».