I ricorrenti hanno chiesto innanzitutto la relazione integrale (ovvero senza omissis). Poi potranno integrare il loro ricorso
Il ricorso avverso lo scioglimento del Consiglio comunale è stato prodotto e sarà notificato alle controparti (la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio e il Prefetto di Taranto) nella giornata di domani. Ma per conoscere il suo esito, crediamo che si dovrà attendere circa un anno: c’è il concreto rischio, pertanto, che, pur in caso di accoglimento, Manduria ritorni alle urne ugualmente nel 2020.
I ricorrenti (ex amministratori della città di Manduria) non hanno infatti potuto produrre istanza di sospensiva in quanto il consesso elettivo si era già sciolto per altri motivi. C’è poi da considerare un altro aspetto. Nella prima fase, il ricorso è “limitato” dalla presenza di centinaia di omissis nella relazione che è alla base dello scioglimento e pertanto i legali (Vantaggiato e De Donno), non potranno compiutamente eccepire su ogni questione sollevata. Il primo obiettivo di questo ricorso, infatti, è quello di chiedere al Tar di ordinare alle amministrazioni resistenti di produrre la relazione senza omissis e, soprattutto, la relazione della commissione di accesso, che non è pubblica. Una volta prodotti questi documenti, si presentano, in genere, i motivi aggiunti di ricorso.
Su questa vicenda interviene il movimento “Manduria Futura”, quello, ovvero, che ha espresso il sindaco, il suo vice e alcuni consiglieri nel corso dell’ultima consiliatura.
«Gli amministratori e i consiglieri comunali di Manduria Futura sono firmatari e promotori del ricorso avverso lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa perché riteniamo che la relazione del Prefetto e, soprattutto, quella dell’ex ministro Minniti siano fondate su deduzioni errate, quando non palesemente false e strumentali» si legge in una nota. «Per questa ragione l’ex sindaco Massafra, oltre ad aderire al ricorso, ha denunciato l’on. Minniti, che invitiamo a venire a Manduria per affrontare un contraddittorio pubblico sul tema della legalità e della validità dei provvedimenti di scioglimento di cui si va tanto vantando. Così vedremo chi sono i mafiosi e i bugiardi che albergano nella politica locale e nazionale. Senza omissis.
Roma docet! Nonostante “mafia capitale”, l’ex ministro si è guardato bene dallo “sciogliere” quel Consiglio. Così tutti hanno capito che potevano continuare ad agire impuniti, compresi gli amici della “giunta del cambiamento”.
Mentre a Manduria, dove non è stato documentato nessun atto di corruzione, due anni di commissariamento! È proprio il caso di dire: forti con i deboli, deboli con i forti!».