«Il problema del nuovo depuratore di Manduria, nella sua reale dimensione, è purtroppo sconosciuto ai più. Ancora non si comprende che dando spazio a queste guerre di campanile e di località sgradite ora agli uni ora agli altri, il depuratore non si costruirebbe per altri vent’anni. Insolenze comprese, nessuno più è disposto ad ascoltare e capire»
Nel dibattito a distanza che si è nuovamente sviluppato sul depuratore, interviene il docente universitario Mario Del Prete, per lungo tempo consulente, a titolo di puro volontariato, del Comune di Manduria. Dopo la prima parte della conferenza dei servizi che si è svolta recentemente a Bari, e in attesa della sua prosecuzione, si sono registrati in questi giorni diversi interventi (associazioni varie, partiti, nonché i sindaci di Sava e di Avetrana), attraverso i quali sono state ribadite posizioni ormai cristallizzate.
«Si è salvato il mare, l’unica cosa per la quale ho ritenuto battermi, offrendo una ragionevole alternativa che è stata accettata a mio avviso anche generosamente a gara espletata. Senza quell’alternativa ci saremmo impelagati negli inutili ricorsi e le perdite di tempo cominciate nel 2003» l’opinione di Del Prete. «Ora si continua coi soliti teatrini politici di chi si oppone in cerca di voti o di chi accondiscende reclamando meriti (che non ha) per aver risolto il problema».
Con la conferenza dei servizi occorre infatti approvare le modifiche apportate al depuratore. Ma c’è Avetrana e buona parte degli ambientalisti di Manduria che continuano a premere per delocalizzare l’impianto in contrada “Serpenti”.
«È ora che si capisca invece che il depuratore è opera indilazionabile che si deve fare subito e bene» prosegue il prof. Mario Del Prete. «Un suo spostamento significherebbe non farlo per altri vent’anni, di cui almeno dieci per discutere su dove metterlo».
Il docente universitario si sofferma anche sulla proposta del Comune di Avetrana: spostare il depuratore lontano dalla costa, esattamente in contrada “Serpenti”.
«Circa il sito di contrada “Serpenti”, sappiamo tutti quanti sono già in disaccordo» fa notare Mario Del Prete, riferendosi ad associazioni di Manduria e anche a personaggi del mondo dell’imprenditoria critici verso questa possibilità. «Ho anche cercato di spiegare che i reflui invernali ricchi di nitrati non possono essere scaricati nel sottosuolo in base ad una specifica direttiva europea del 2013. Questo è solo un esempio di quale altro contenzioso si aprirebbe.
Quanto allo slogan “lontano dalla costa”, occorre rammentare che le località balneari più premiate dalle bandiere blu sono quelle attrezzate con fognature e depuratore. Perciò io rimango dell’idea di far costruire subito un depuratore ben occultato che serva al più presto tutte quelle porzioni abitate dove cresce inesorabilmente lo scarico di acque luride che stanno causando nel sottosuolo alterazioni ambientali incalcolabili. Si constata amaramente, invece, che nessuno vuole ascoltare e soprattutto cercare di capire».
Questo il quadro della situazione. Intanto l’iter prosegue. In attesa di conoscere il responso del ricorso al Tar avanzato dall’associazione “Comitato per la Tutela del Territorio” e dell’esito della conferenza dei servizi, il crono programma, novità permettendo, prevede l’apertura del cantiere, nel sito indicato nel progetto (lungo la “Tarantina”, all’altezza del bivio per il fiume Chidro), nella seconda metà del mese di settembre.