Chiara: «Come potrebbe essere il nostro territorio se ci fossero strutture, lavoro, rispetto e civiltà?»
Cosa ne sarà di questa città? Per quanto ancora i giovani sopporteranno di vivere in un paese dove i cittadini hanno mani e piedi legati, dove altri giocano a “non vedo, non sento e non parlo”?
Ultimamente mi trovo a riflettere molto a contemplare ogni minima bellezza di questo luogo come un bambino che scopre un nuovo gioco, un nuovo sapore e così anche io assaporo e studio tutto ciò che mi circonda.
Ogni tanto, invece, mi trovo a fantasticare su : “come potrebbe essere il nostro territorio se ci fossero strutture, lavoro, rispetto e civiltà”.
Guardo la gente, l’amarezza di chi si è arreso, i loro volti stanchi e annoiati, guardo chi continua a lottare per qualche piccolo cambiamento, osservo le persone anziane inorridite e spaventate dalla nuova società, poi presto attenzione a noi giovani ormai disinteressati e sconfitti, osservo anche i bambini, mi piacerebbe avere la loro spensieratezza, i loro volti sorridenti e ancora troppo giovani per capire il mondo.
Ho sempre desiderato di fuggire da questo posto per andare in un paese dove ci sono più possibilità, dove i favoritismi non esistono e dove vige la meritocrazia; ho sempre sognato di girare il mondo e aprirmi alle bellezze della vita ma non mi sono mai resa conto di quanto mi stesse a cuore la mia terra.
Oggi mi trovo a fare i conti con il tempo e allora riscopro le piccole cose, l’odore del mare, il sole, il buon vino, i sapori e le tradizioni, tutte cose che davo per scontato da cittadina, invece oggi mi rendo conto di come queste piccole cose siano un potenziale per la nostra regione e il turismo e anche per noi stessi.
D’altra parte guardo i mille cafoni che buttano ciò che hanno tra le mani per terra, sulla spiaggia o in qualsiasi posto eccetto nel cestino.
Guardo l’assenza dei vigili, sempre troppo “impegnati” per poter multare le tante sedie con su un foglietto attaccato “RISERVATO” o addirittura “PRIVATO” o per non parlare dei mille e mille parcheggi in doppia fila, o parcheggi sulla zona invalidi.....guardo il menefreghismo e la “mala” politica e poi i tanti diritti privati e i tanti doveri non rispettati, ci penso e quasi mi vergogno o meglio MI VERGOGNO di sicuro ad essere tornata al medioevo.
Poi peró piango, piango il mio mare, gli affetti, e i sapori pugliesi, piango per te Puglia mia, piango per me.
Cara Puglia mia, quando cingerai a te tutti i tuoi figli costretti ad andar via e quando accoglierai i nuovi arrivati?
Io lo so, mi mancherai ma staró bene dove andró!
Chiara Dilorenzo