Luigi Del Prete, presidente della “Fondazione Moschettini”, scrive alla commissione straordinaria che amministra la città per segnalare un’incresciosa vicenda e per rimarcare come sia “scandaloso” che il parco sia completamente chiuso, mentre il museo sia fruibile sono in determinati giorni, ma come a volte anche negli orari indicati dal cartello quest’ultima struttura possa risultare chiusa
«E’ scandaloso che il parco archeologico e il museo dedicato alle testimonianze della civiltà messapica siano chiusi».
Luigi Del Prete, presidente della “Fondazione Moschettini” (apprezzata per le tante iniziative a sostegno della cultura), nonché ex assessore del Comune di Copertino, scrive alla commissione straordinaria che amministra la città e, per conoscenza, al Prefetto di Taranto e alla Soprintendente Maria Piccarreta, per segnalare un’incresciosa vicenda e per rimarcare come sia “scandaloso” che il parco sia completamente chiuso, mentre il museo sia fruibile sono in determinati giorni, ma come a volte anche negli orari indicati dal cartello quest’ultima struttura possa risultare chiusa.
«Sabato 11 agosto abbiamo tentato di visitare il museo archeologico “Terra dei Messapi” di Manduria» è riportato nella lettera di Del Prete. «Dopo numerosi vani tentativi di reperire un numero telefonico per avere notizie sull’apertura, ci siamo recati sul posto, trovandolo chiuso. Ma sul portone vi era un cartello con gli orari.
Pazienza. Li abbiamo appuntati e lunedì 13 agosto, come indicato, alle ore 15 siamo tornati a Manduria. Ma il Museo era ugualmente chiuso. Abbiamo tentato di visitare l’area archeologica, ma anch’essa era chiusa».
Del Prete esprime allora delle considerazioni sulla disarmante gestione dei beni archeologici.
«Segnaliamo questo episodio come esempio di pessima gestione del patrimonio storico artistico ed archeologico in una delle realtà più significative della Puglia» il pensiero di Luigi Del Prete, ma anche di tanta altra gente che ha a cuore il patrimonio archeologico della città. «Il che rende la disattenzione se possibile più grave ancora. Quello che più spiace è quel cartello affisso sul portone. Un esempio di mancanza di rispetto del pubblico. Un intollerabile e poco civile esempio di menefreghismo istituzionale. E’ per quel cartello che, nonostante la canicola, siamo tornati a Manduria con la speranza di poter fare la nostra auspicata visita. Sarebbe bastato scrivere: “questo Museo esiste solo come contenitore, ma potete ammirarne il valore solo dall’esterno”: sarebbe stato più civile e rispettoso nei confronti del tempo altrui.
Troviamo questo un esempio limite della disattenzione, incuria, degrado, in cui versa la gestione dei Beni Culturali alle nostre latitudini. Fa ancora più male accorgersi che tutto ciò avviene ad agosto, ovvero un periodo in cui la presenza dei turisti è massima. Vuol dire in sostanza che l’apporto pubblico alla valorizzazione del territorio è pari a zero. In una città peraltro che, nonostante la oramai conclamata inesistenza del contributo pubblico, sta rilevando una crescente presenza di turisti anche stranieri, proprio per la bellezza del proprio borgo e grazie all’impegno ammirevole di molti imprenditori che hanno avviato una serie di attività come B&B, alberghi, ristoranti e bar di qualità per presentare la città al meglio al crescente numero di turisti. Occasione che rappresenta forse una delle uniche due possibilità di sviluppo della città, assieme alla produzione del rinomato vino.
Riteniamo come rete civica che esprimere il proprio apprezzamento o, come in questo caso, la propria indignazione di fronte a tale degrado, rappresenti uno snodo importante a favore della crescita di un territorio, sempre che vi siano, come siamo sicuri sia questo il caso, istituzioni a ciò preposte capaci della necessaria sensibilità ed intelligenza per porre rimedio a questo che, senza mezzi termini, non può che essere definito scandaloso».