Ecco la posizione dell’associazione e un intervento, ospitato nella loro pagina facebook, di Antonio Cecere
«Anche questo governo ha firmato la condanna a morte di Taranto» scrivono i Genitori Tarantini nella loro pagina facebook. «Anche questo governo ha deciso che i nostri figli sono da sacrificare sull'altare del profitto, della produzione di acciaio.
Anche per questo governo, i nostri figli possono ammalarsi e morire, in continuità con il governo passato.
La Storia la scriveremo noi, e ricorderemo sempre i nomi dei boia dei bambini di Taranto».
Ecco un significativo intervento di Antonio Cecere, ospitato nella stessa pagina.
«Cara Taranto, sei un po' impolverata stamattina. Lo so...hai lavorato tutta la notte, ti sei impegnata a raccogliere i cocci del tuo glorioso passato. Ho saputo che hai sperato. Mi dispiace svegliarti. Vorrei dirti qualcosa. Ti toglieranno solo un po' di trucco, sai, quello pesante, rosso che rende d’incendio i tuoi tramonti. Ti hanno fatto credere fosse un vaccino alla povertà, quelle belle pagliuzze luccicanti mischiate al phard di vari colori. Ti avrebbero reso bella, quei fumi dovevano essere incenso profumato per far lavorare i tuoi figli e renderti fantastica. Mi spiace sai? Ti toglieranno solo un po' di polvere da addosso, le ragnatele di umanità disprezzata e ti metteranno lo smalto sulle tue unghie. Quelle con cui vorresti graffiare il viso di uno stupratore. Volevi rifarti il seno, mi dicesti. Sì, te lo rifaranno, quasi fosse nuovo di zecca. Molti potranno ancora andare al Nord. Ma non Milano. Ma a quel grande villaggio vacanze poco più su venendo da me a Martina. Quanti dei tuoi ci sono andati. Bambini che giocano a essere campioni di calcio ma senza pallone ma comodamente sdraiati, in attesa del sorriso di quei figli della tua terra, clown che conoscono sofferenze e patimenti e gioie e che non si stancano di ridere e far sorridere. Potrai mettere poi da parte scopa e ramazza ma dovrai fare suffumigi maggiori, come quando fai un aereosol.
Pensa un po', non dovrai pagarne la confezione in farmacia ma è tutto gratis. Offre lo Stato.
Sai, caro il mio capoluogo di provincia, le tue strade vedranno tanti addormentati stesi in quei bei letti di legno, che si chiudono definitivamente prima di riaprirsi fra secoli. Si apriranno ancora conti correnti, si applaudirà al reddito da cittadino. Peccato che poi ci si dimenticherà che boccheggerai. Per alcuni il verde di oliveti, il blu del mare non ti dona. Io non credo a questi, non hanno gusto estetico. Se possiamo ancora sognare? Certo. Una cittaà che vada fiera dei suoi figli, li faccia respirare quell’aria buona di mare, quel profumo di pasta con le cozze da leccarti i baffi e quasi il naso per la bontà del profumo.
Una città che non veda nemico un nero ma ripulisca il nero dalla tuta di un operaio, che tolga il nero e il grigio di muri incellophanati di pianto, che viva di quell'azzurro in cielo che si rispecchia nel mare. Gli operai, sai, sono padri di famiglia che hanno voglia di far sorridere la moglie con un bel regalo, un figlio con un bel giocattolo. Sono certo che molti ti vorranno accanto, se ne prenderanno più cura. Mi hai chiesto quando ci si rivede. Non alla Calenda Greca, magari ci prendiamo un bel gelato alla cremeria da Gigi. Tu intanto respira a pieni polmoni e vedi quante stelle cadenti, belle da matti. Da Legare.
Antonio Cecere