«L’accordo ILVA è un punto di partenza per il cambiamento»
«Trovata l’intesa, ora si volta pagina. La firma dell’accordo per la cessione dell’ Ilva, mette un punto ad una lacerante vicenda che per sei anni ha tenuto Taranto in balia della precarietà e della indecisione e che ha contribuito ad impoverire il territorio e ad esasperare e dividere gli animi.
L’accordo con Ancelor Mittal, deve rappresentare comunque un punto di ri-partenza per la comunità jonica che, da oggi, sa che occupazione e bonifiche saranno declinate all’unisono (e su ciò gli attori locali dovranno vigilare con la massima attenzione), e che si potrà concretamente riprendere a ragionare sul futuro, e sulla diversificazione della economia territoriale.
La vicenda Ilva più che mai ha insegnato quanto dannosa sia stata la dipendenza economica del territorio da un'unica fonte economico-produttiva e come sia assolutamente necessario lavorare per valorizzare quei settori economici (allevamento, agricoltura, mitilicoltura, blu economy e turismo ) che sono stati schiacciati, se non addirittura distrutti, dalla industria.
Taranto ha bisogno di recuperare fiducia, di fermare l’emorragia dei giovani verso le altre città e nazioni, di riportare al territorio i talenti ed i cervelli dei tarantini oggi in giro per il mondo, di far ritrovare agli imprenditori il coraggio della sfida, perché non potrà esservi un vero cambiamento se non ripartendo dal capitale umano. L’università, la formazione, la ricerca sono gli strumenti necessari per colmare il gap che tiene il nostro territorio in un innegabile cono di arretramento culturale e socio-economico.
Così come il completamento delle infrastrutture della logistica (per la portualità e l’agricoltura) e di collegamento (stradale, ferroviario, aereo): la realizzazione di infrastrutture turistiche (porto turistico, approdi nautici) e di progetti di valorizzazione turistico-culturale del territorio (aree militari della Banchina ex Torpedinere, affaccio costiero del Mar Piccolo, etc. ) dovranno supportare il percorso di riconversione economica che lo stesso Governo, in queste ore, ha annunciato di voler favorire, a partire dalla prossima Legge di Bilancio.
A tal fine le organizzazioni di categoria –Casartigiani, Cia, Coldiretti, Confcommercio, Agci Pesca (che in provincia di Taranto rappresentano i settori dell’agricoltura, artigianato, commercio, servizi, turismo, pesca ) rivendicano l’avvio di un percorso di confronto sui temi della riconversione economica del territorio ed il sostegno ed il rilancio dei settori danneggiati dal disastro ambientale. Un percorso attraverso il quale si intende porre su basi nuove, rispetto al passato caratterizzato da una impostazione prettamente industrialista, la progettazione dello sviluppo economico territoriale andando oltre i ragionamenti sulla rivendicazione degli appalti e le aspettative delle imprese locali. Lo stesso Contratto di Sviluppo Economico – CIS, nei fatti ha tradito sin dai primi tavoli, riservati ad una sola parte della rappresentanza delle categorie economiche, le finalità per le quali è stato voluto.
La Legge speciale su Taranto, annunciata dal Governo, dovrà e potrà finalmente dare un sostegno ad un processo di cambiamento e di riconversione che ormai appare a tutti indifferibile».
Casartigiani, Cia, Coldiretti, Confcommercio, Agci Pesca