Il movimento politico-culturale “Città Più” interviene per commentare .. l’insostenibile “leggerezza” dei beni culturali a Manduria
«Esprimiamo tutto il nostro sconcerto per l’infelice conclusione di una storia che dura da troppo tempo e che da troppo tempo non sortisce alcuna conseguenza positiva per l’immagine della città».
Il movimento politico-culturale “Città Più” interviene per commentare .. l’insostenibile “leggerezza” dei beni culturali a Manduria.
«È da più di un decennio che l’improvvisazione regna sovrana in quella che dovrebbe essere una delle realtà più proficue e meglio organizzate del territorio, la valorizzazione del nostro patrimonio. L’offerta culturale, ancorata alla corretta fruizione dei beni artistici e archeologici, è da troppo tempo assente dal programma politico e la realtà amministrativa che stiamo vivendo non ci aiuta certo a migliorare. Da anni assistiamo all’annullamento di qualunque tipo di iniziativa volta a sostenere il comparto culturale locale. Tutto questo accade perché chi dovrebbe gestire e promuovere i beni culturali non ha l’esperienza professionale per farlo, essendo del tutto a digiuno della materia. Un tale patrimonio non va affidato ad improvvisatori o a modesti “garzoni di bottega”, che non hanno la capacità di mettere in sesto un piano di sviluppo articolato e di ampio respiro, che richiederebbe la regia di più professionalità.
A Manduria si nomina una “Commissione Cultura” con autorevoli membri, che non viene mai convocata e a cui non vengono, tra l’altro, dati gli strumenti necessari per avviare una seria programmazione culturale.
La macchina amministrativa si è inceppata inesorabilmente perché manca il dialogo tra le istituzioni e gli esperti del settore (archeologi, storici, ingegneri, architetti, guide turistiche) già impegnati nella promozione e valorizzazione del territorio. Ci deve essere una forte e continua collaborazione fra l’Amministrazione e la Soprintendenza con il coinvolgimento di professionisti del settore. Se l’Ente locale non è capace di garantire la fruizione dei beni culturali, quali un parco archeologico o un museo, le Soprintendenze, chiamate a vigilare e tutelare su di essi, possono chiederne la chiusura. Vogliamo subire anche quest’altra onta?
Manduria, da anni, è fuori dai circuiti regionali e nazionali di promozione dei beni archeologici; è stata privata di quegli attrattori culturali e di promozione che caratterizzano una città moderna.
Vogliamo davvero far chiudere quello che è riconosciuto come il secondo Parco Archeologico d’Europa e permettere alla Soprintendenza di “riportare nei magazzini” di Taranto o altrove le testimonianze del nostro passato? Il rischio che si sta correndo è molto alto e non si può più aspettare».