«A tutt’oggi non ci rassegniamo a non avere più al nostro fianco i Servi di Maria»
Questa lettera è stata scritta oltre un anno fa da alcuni parrocchiani della Chiesa di San Michele Arcangelo di Manduria, ma il Consiglio Pastorale dell’epoca decise di non divulgarla. Oggi, a distanza di molto tempo, quando tutto è compiuto, ritengo doveroso darne la giusta diffusione.
Saviano, 20 settembre 2018
Padre Gabriele
Reverendo Padre Generale
Fra Gottfried Maria Wolff
Piazza San Marcello, 5 - 00187 ROMA
Reverendo Padre Provinciale
Fra Paolo M. Orlandini
Reverendi Padri.
L’inizio e la fine della presenza dei Servi di Maria a Manduria trova una strana corrispondenza nell’autunno di due date lontane fra loro: nel lontano 14 ottobre 1945 i nostri Padri tornarono a Manduria e nell’ottobre 2017 è stata firmata la consegna al Vescovo della vostra e nostra parrocchia di San Michele Arcangelo. Nostra: perché sicuramente ognuno di noi si sente parte viva della parrocchia come anche lo sono stati i nostri avi e discendenti (bisnonni, nonni, genitori, figli, nipoti) con tutte le altre persone che sono presenti oggi, che con i loro risparmi economici partecipano ed hanno partecipato alla costruzione dei due edifici che oggi sono di proprietà dell’Ordine Servitano.
Per non dilungarci sulla storia della presenza dei Servi a Manduria, spieghiamo il motivo che ci spinge a scrivere questa lettera. Siamo dei parrocchiani e simpatizzanti dei Servi di Maria alcuni facenti parte dell’OSSM della fraternità “Cecilia Eusepi”, pensiamo che sicuramente lei ha avuto modo di conoscere i fatti che si sono succeduti nella nostra parrocchia da diversi anni.
Quando venne a Manduria alcuni di noi vollero incontrarla per farle conoscere la situazione molto delicata che c’era nella comunità: incomprensioni fra confratelli, testimonianze negative durante le concelebrazioni, distinzioni a mettere da parte laici che ai parroci di turno non facevano comodo, il mettere al primo posto il proprio io e non Dio,etc etc.
Nell’occasione la sua risposta fu ”vedo che amate i Servi di Maria, vi farò pervenire una risposta su quanto mi avete riferito”. Questa risposta, padre reverendo, non è mai arrivata. Scrivemmo una lettera a Lei, al provinciale e per conoscenza al Vescovo di Oria, ma per tutta risposta qualcuno ci apostrofò come esaltati, forse avevamo ragione? E’successo quello che da anni si temeva. A tutt’oggi non ci rassegniamo a non avere più al nostro fianco i Servi di Maria. Abbiamo ricevuto da loro formazione cristiana e sociale, siamo sempre stati vicini anche quando hanno avuto bisogno di assistenza sia fisica che morale, e siamo speranzosi che questa situazione, anche se con un po’ di ritardo possa essere cambiata. Anche se ci dovesse essere carenza di sacerdoti italiani, come qualcuno ha detto, ci sono comunque tanti frati che nelle vostre giurisdizioni (Filippine, Uganda, Africa o altre zone), perché non farli venire quà in aiuto. Sappiamo che il padre provinciale ha fornito dei nominativi al Vescovo per la sostituzione della comunità ma non sono stati accolti. Quale i motivi? Sicuramente non spetta a noi giudicare ma vorremmo almeno sapere se la vostra intenzione è quella di chiudere definitivamente Manduria? Nella nostra parrocchia, in questi ultimi anni, e anche prima, sono nate molte vocazioni e tante altre ne potrebbero ancora nascere. Senza i Servi di Maria ci sentiamo come orfani che hanno perso la famiglia, le loro radici, andiamo a perdere il vostro carisma che non è uguale ai secolari. Continueremo a collaborare anche con un parroco secolare ma non sarà più la stessa cosa. La nostra speranza è che Lei prenda in considerazione questa lettera e con l’aiuto della Madre Addolorata che in alto all’ingresso della nostra Chiesa la troviamo già presente con la bella scritta (Magna est velut mare contritio tua) e dei nostri Sette Santi Padri, aspettiamo fiduciosi una vostra risposta. Vi salutiamo.
Grazie a nome di tutti i parrocchiani.