La serata inizierà con una visita guidata
Le Riserve Naturali suggestiva cornice per lo spettacolo di narrazione di Pino Petruzzelli “Io sono il mio lavoro, storia di uomini e di vini”. L’appuntamento è per domani (domenica), alle 17, presso masseria Cuturi: la serata inizierà con una visita guidata e proseguirà alle 18 con la rappresentazione.
«Lo spettacolo rientra nel progetto multisciplinare di valorizzazione integrata del patrimonio identitario e paesaggistico del Salento “LandXcape”, promosso dalla Regione Puglia, Assessorato alle Industrie Culturali e Turistiche attraverso i Poli Biblio Museali di Lecce e Brindisi e attuato dal Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo» rende noto Alessandro Mariggiò, direttore delle Riserve Naturali. «Nasce da un’istanza del territorio con l’ausilio delle associazioni di categoria e tutti gli stakeholders del mondo dell’agricoltura, del turismo verde, dell’artigianato, dell’ambiente e intende restituire al territorio, attraverso l’arte e la poetica narrativa dei luoghi, il senso della trasformazione del paesaggio».
L’artista Pino Petruzzelli propone un grande affresco della storia d’Italia, dagli anni ‘30 ad oggi, visto attraverso gli occhi di chi lavora la terra.
Dionigi, il protagonista dello spettacolo, è chiamato a ritirare un premio per un suo vino. Nell’ora che lo separa della cerimonia ripercorre le tappe della sua vita in una sorta di “Posto delle fragole” bergmaniano.
È il racconto di un piccolo produttore. Piccolo ma straordinario. Il racconto delle sue lotte per arrivare a produrre un vino da sogno. Utopico, forse. Un vino in cui passato e presente, tradizione e modernità si fondono dando vita a un vino da premiare. Un vino capace di racchiudere in sé memoria di piccola e grande Storia. Il vino di Dionigi racconta della civiltà che lo ha prodotto e per questo rimanda, attraverso profumi e sentori, alla sacralità del vino. Ovvero la natura unita al lavoro dell’uomo. La straordinaria epopea di Dionigi si muove tra la grandine di agosto e la siccità, tra una burocrazia asfissiante e declivi da dissodare, tra i richiami di un posto fisso in una qualche industria cittadina e muretti a secco da rimettere in piedi. In questo mare il nostro Dionigi sa bene che la sua sopravvivenza risiede nell’essere insieme contadino, imprenditore e anche un po’ artista.
IO SONO IL MIO LAVORO - STORIE DI UOMINI E DI VINI diviene così un affresco sul valore etico del lavoro. Un’etica da tramandare alle future generazioni come la più preziosa delle eredità, perché il lavoro ben fatto, oggi come ieri e come domani è sempre frutto di un forte legame tra generazioni. “Per fare un buon vino ci vogliono almeno il cinquanta per cento di vigneti vecchi.” Conclude Dionigi con saggezza.