«Il mio sacerdozio nella parrocchia intitolata a San Michele Arcangelo? Sarà nel segno della continuità e delle serenità e nel rispetto della volontà di Dio»
Don Domenico Spina si è insediato nella parrocchia di San Michele Arcangelo (più comunemente conosciuta in città come Sant’Angelo), sabato sera. A lui il vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello, ha affidato un compito molto delicato: gestire il passaggio dalla pluridecennale presenza dei Servi di Maria all’ordine diocesano. Una parrocchia che, sino alla scorsa primavera, è stata nell’occhio del ciclone per un presunto caso di razzismo: uno dei due sacerdoti che hanno guidato la parrocchia sino a pochi mesi fa si sarebbe rifiutato di compiere la lavanda dei piedi ad alcuni migranti durante un rito religioso. In realtà, alla base di questa decisione non ci fu affatto il razzismo, ma solo la mancata armonia fra i due sacerdoti, che spesso sfociava in puerili gesti di ripicca.
«Si, ho appreso anche io di questa vicenda» afferma don Domenico Spina. «Ma ora guardiamo al presente e al futuro. Ho trovato una bellissima comunità parrocchiale, che sto iniziando a conoscere in questi giorni. Sono sereno e animato dalla voglia di fare bene, con e insieme ai fedeli, che troveranno la mia porta sempre aperta e un’accoglienza accompagnata dal sorriso».
Don Domenico è stato ordinato sacerdote dall’allora vescovo Michele Castoro il 25 marzo del 2005. Da allora, ha dapprima retto la parrocchia di Campomarino (e in quei quattro anni è anche stato il vice parroco della Sacra Famiglia di Sava). Quindi, negli ultimi otto anni è stato parroco della chiesa di San Francesco di Oria.
«Ho incontrato mons. Michele Castoro poco prima che venisse a mancare. A lui ho chiesto di continuare a guidarmi in questo mio cammino. Per me non è un caso se, poi, sono stato nominato parroco della chiesa intitolata a San Michele Arcangelo: io credo che sia stato un segno di divino. Il vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello, mi aveva telefonato per prospettarmi questa eventualità. Io ho offerto, con la massima serenità, la mia disponibilità. Ed ora eccomi qua».
L’accoglienza dei parrocchiani è stata entusiasta: durante la funzione religiosa di domenica sera i fedeli hanno donato al parroco la casula verde che don Domenico indossa nella foto.
«I parrocchiani possono stare tranquilli. Anche se non ci sono più i Servi di Maria, qui non cambierà nulla. Il mio sacerdozio sarà nel segno della continuità con le tante cose belle realizzate in passato e nel segno dell’ascolto personale».