Trasferimenti dall’ospedale di Grottaglie, ma rimangono i disagi
Gravissima carenza di specialisti e piano di riordino ospedaliero che individua gli ospedali SS. Annunziata, Moscati di Taranto e San Marco di Grottaglie, come unico presidio ospedaliero centrale. Sono i punti cardine di un provvedimento di trasferimento completo (anticipato nei giorni scorsi da un trasferimento per alcune ore dei medici) delle attività ambulatoriali e chirurgiche dell’Ortopedia di Grottaglie al SS. Annunziata, in forte carenza di medici ortopedici appunto, che ieri ha rischiato di far esplodere nuove tensioni. È stata poi la rimodulazione di quel provvedimento operata dal direttore generale dell’Asl, Stefano Rossi, e del direttore sanitario, Gregorio Colacicco, a rasserenare un tantino gli animi. «Integreremo gli ortopedici ospedalieri a Grottaglie con gli specialisti territoriali – dice Colacicco – in modo da mantenere un minimo di attività. Così facendo, liberiamo in parte gli ortopedici ospedalieri che verranno qualche volta in più a dare una mano ai colleghi del SS. Annunziata». Rimane in tutta la sua gravità, però, la forte carenza di specialisti, notoriamente incentrata nelle discipline di ortopedia, appunto, nonché anestesia, cardiologia e pediatria. Una carenza alla quale neppure i concorsi banditi riescono a mettere argine. Proprio per l’ortopedia, ammette Colacicco, un recente concorso aveva dichiarato idonei nove specialisti, ma di questi solo uno si è presentato indicando peraltro la sua disponibilità condizionata alla scelta di una sede di suo gradimento. Segno che, altrimenti - è il commento -, c’è ampia possibilità di scelta altrove tanto è il fabbisogno di tali figure. Una criticità che si acuirà il prossimo anno con l’introduzione della cosiddetta «quota 100». In questo panorama di difficoltà, in cui occorre necessariamente ottimizzare le forze esistenti soprattutto per garantire il rispetto dei «lea» nell’ospedale centrale, il criterio che guida le scelte è per forza di cose – dice il direttore sanitario – il piano di riordino ospedaliero che accorpa gli ospedali di Taranto e Grottaglie in un unico presidio ospedaliero centrale (Poc) e fa delle strutture di Castellaneta, Manduria e Martina, ospedali di primo livello che devono quindi garantire specialità di base. Non che queste ultime non debbano venire incontro alle esigenze del nosocomio centrale, rileva lo stesso Colacicco, come sta già avvenendo all’ospedale di Castellaneta da dove «Nico Galante, primario ortopedico di Castellaneta, due volte a settimana viene a Taranto per dare una mano. E’ inutile nasconderlo – prosegue -, se si continua così, rischia di dover chiudere il reparto di Ortopedia di Manduria e a seguire il rischio è per Martina. Questo purtroppo è lo scenario. Ed è uno scenario nazionale. Il rischio che stiamo vivendo è che i 40 anni del Sistema sanitario nazionale coincidano con lo smantellamento del sistema sanitario nazionale, il migliore del mondo».
Un grido d’allarme, dunque, parzialmente bilanciato da una buona notizia. Anzi due buone notizie. La prima riguarda proprio Grottaglie: «La Regione – dice sempre Colacicco – ci ha appena fornito i codici per attivare i 40 posti letto della Riabilitazione. A giorni cominciamo a ricoverare. Avevamo già assunto per questo il personale necessario, fisiatri, fisioterapisti, oss, mentre gli infermieri già ci sono. Anche questo è un provvedimento previsto dal piano di riordino ospedaliero». Non solo, ma proprio questi 40 della Riabilitazione potrebbero essere i primi posti letto dell’Asl Ta ad essere clinicizzati, spianando così la strada ad un’operazione propedeutica all’attivazione del corso di laurea in Medicina. Per la clinicizzazione di questi posti, c’è l’interesse del direttore della Cattedra di Riabilitazione dell’Università di Bari, Pietro Fiore, e c’è l’avallo del presidente della Scuola di Medicina, Gesualdo, e del rettore Uricchio. La seconda buona notizia riguarda, invece, il Moscati: «Ieri – aggiunge Colacicco - la Regione ci aveva fornito i codici per attivare la Pneumologia al Moscati. Dovremmo partire da subito con un modulo da 12 posti letto, ma ne prevediamo 20».