Le richieste della CIA e delle altre organizzazioni al tavolo in Prefettura: “No al progetto depotenziato, sarebbe una beffa”
Riprendere velocemente l’iter di realizzazione della Strada Regionale 8, rispettando il progetto originale, in modo da non perdere i circa 193 milioni disponibili per cominciare la realizzazione di una importante infrastruttura per lo sviluppo dell’area tarantina. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione espressa dalle associazioni (CIA Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confcommercio e Casartigiani) alla riunione che si è svolta ieri, mercoledì 24 ottobre. Al tavolo convocato dal Prefetto Donato Cafagna, dopo le proteste e le manifestazioni organizzate dalle associazioni nelle scorse settimane, erano presenti anche i sindaci del Tarantino e del versante orientale. Per CIA Agricoltori Italiani della Puglia, hanno partecipato alla riunione il presidente e il direttore dell’Area Due Mari (Taranto-Brindisi), rispettivamente Pietro De Padova e Vito Rubino. La convocazione del tavolo in Prefettura è avvenuta su richiesta delle organizzazioni.
“La Strada Regionale 8 è un progetto che ha oltre 30 anni”, ha spiegato De Padova. “E’ dalla fine degli anni ’80, che si assiste a rimpalli, marce indietro e perdite di tempo tra il livello politico e quello della tecnostruttura regionale. Noi associazioni crediamo sia il momento che ognuno si prenda le proprie responsabilità, così da non perdere le risorse disponibili e avviare un’azione capace di reperire la parte restante dei fondi necessari”, ha ribadito De Padova. Per la realizzazione della Strada Regionale 8, infatti, secondo il progetto originale, occorre un ammontare complessivo di 450 milioni di euro. Per il momento, vi è una disponibilità di 193 milioni di euro. Se la fase esecutiva del progetto non sarà avviata entro dicembre 2019, anche la prima parte già disponibile dei fondi andrà perduta. “Questo significa che la politica pugliese e la tecnostruttura regionale devono accelerare, lasciando da parte il tentativo controproducente e dannoso di rivedere il progetto al ribasso”, ha aggiunto Vito Rubino. “Rivedere il progetto significa perdere ulteriore tempo e, probabilmente, significa abbandonare ogni residua possibilità di vedere realizzata un’opera che noi riteniamo fondamentale. La provincia di Taranto ha bisogno di avere una infrastruttura viaria strategica, che serva a far decollare i commerci, il turismo, l’integrazione vincente tra agricoltura, agriturismi e servizi: ne ha bisogno oggi, subito, e secondo il progetto originale”, ha dichiarato Rubino. Il progetto esistente è completo, perché interconnette tutti i centri urbani in modo efficiente, risolvendo l’atavico problema di una litoranea ormai congestionata e priva di servizi. La Strada Regionale 8, infatti, si caratterizza come un vero e proprio “corridoio” dotato, inoltre, di ciclovie e parcheggi. “Non ci interessa un progetto ridimensionato, per il semplice fatto che il ridimensionamento di quello originale si tradurrebbe in un’opera priva di servizi, monca, con meno servizi, più insicura, incapace di sostenere i volumi di traffico che oggi intasano il sistema viario della zona orientale di Taranto”, ha spiegato De Padova. “Sarebbe l’ennesima beffa per un’area già povera di opere pubbliche e privata di una vera e propria strategia di rilancio”. De Padova e Rubino, hanno fatto rilevare come negli ultimi 20 anni i GAL, i Comuni, i privati, le cooperative e le associazioni degli agricoltori si siano dati da fare progettando e costruendo percorsi di ogni tipo, dalle strade dell’olio a quelle del vino, contribuendo ad ampliare e qualificare un’offerta commerciale e turistica con esperienze enogastronomiche, tour archeologici, recupero delle zone umide, investimenti nel paesaggio rurale. Per non parlare delle zone SIC, del lavoro svolto sulla ristrutturazione di masserie, borghi e muretti a secco. “E’ stato fatto un lavoro enorme, con impegni di spesa complessivamente superiori a quelli che la Regione è chiamata oggi a prevedere per la realizzazione della Strada Regionale 8”, ha proseguito De Padova. L’area interessata dalla realizzazione di questa importante infrastruttura di collegamento, negli ultimi anni, è stata bistrattata: un territorio lontano dai collegamenti con la 106, con l’autostrada e con la E 90 (SS7). Gli agricoltori, gli agriturismi, le masserie didattiche, gli agri-campeggi, le aziende agricole, le cooperative agricole presenti sul territorio orientale, in sinergia con gli artigiani, gli operatori del turismo e del commercio, hanno creato un pezzo di identità territoriale unico che va adeguatamente rilanciato e supportato con un’opera pubblica essenziale. Dicembre 2019 è vicino e i 193 milioni di euro stanziati dalla regione possono essere una parte di risorse per la realizzazione della direttrice Talsano/Avetrana. “Il progetto, così com’è, non può essere cambiato e chiediamo ulteriori risorse che consentano la realizzazione delle altre opere complementari progettate (ciclovie, parcheggi, complanari etc.)”, ha detto il presidente provinciale di CIA Due Mari. “Si è perso tempo per 30 anni, questo è il dramma, e se tutto va bene forse si potrebbe procedere con la pubblicazione del bando per l’affidamento dei lavori della strada a fine 2019. Le associazioni, insieme ai sindaci, hanno chiesto al Prefetto un osservatorio permanente che si riunisca periodicamente per una maggiore trasparenza. “Vigileremo sulle risorse per non creare alibi utili a chi vuole dirottare le risorse disponibili su altre strade. Auspichiamo che la convenzione tra Provincia di Taranto e ASSET, annunciata dal presidente Tamburrano, sia messa nero su bianco e diventi immediatamente operativa. Basta con le promesse cui non seguono i fatti. A chiedervelo sono gli agricoltori e i cittadini di un intero territorio”, ha concluso De Padova.