Nella lettera, che vi proponiamo, la richiesta urgente di riscontro in merito alla petizione “Chiudiamola Qua”
«D.ssa Francesca Viggiano,
in data 19 ottobre u.s. sono state consegnate all’Ufficio Protocollo del Comune di Taranto le prime 4.000 firme raccolte attraverso una petizione popolare promossa da “Genitori tarantini” e “LiberiAmo Taranto”.
La petizione mira ad ottenere risposte urgenti in merito alle pericolose emissioni prodotte dalle industrie altamente inquinanti che insidiano e compromettono territorio e salute dei cittadini.
Durante l’incontro con gli organi di informazione, successivo alla presentazione delle firme, lei, in qualità di assessore all’Ambiente, ha voluto rilasciare alla stampa alcune dichiarazioni che impegnano l’intera Giunta ad adoperarsi, utilizzando tutti i mezzi che la legge mette a vostra disposizione, affinché la salute dell’intera collettività sia tutelata.
Nulla di più di quanto richiesto nella stessa petizione.
Rileviamo, tuttavia, che, a differenza di quanto da lei dichiarato, ad oggi non abbiamo ancora ricevuto riscontro alcuno, sia da parte sua che da parte del Sindaco, dott. Melucci, responsabile principale della salute dei cittadini amministrati.
Per questa ragione, non intravvediamo la disponibilità, da lei ufficialmente dichiarata, al dialogo con le associazioni promotrici. Vogliamo ricordare, sia all’intera Giunta che al Consiglio comunale, che le devastanti percentuali di malattie dell’apparato respiratorio, dell’apparato cardiovascolare, oltre a quelle riguardanti tutti i tipi di tumori, impongono a chi governa la città la massima urgenza per la definitiva soluzione di questi drammatici problemi. Vogliamo ricordare anche l’insopportabile numero di morti (tra questi, molti, troppi bambini).
La Associazione Italiana di Epidemiologia (A.I.E.) ha individuato a Taranto, ed in particolare nei quartieri più prossimi agli impianti industriali, significativi incrementi di patologie anche neoplastiche. Il quadro complessivo risulta critico. In definitiva, conclude lo studio, nei quartieri Tamburi, Paolo VI e Città Vecchia-Borgo, si verifica un eccesso di mortalità complessiva (maschi + femmine) rispetto al riferimento comunale pari a 78 casi/anno, non attribuibili a differenze
demografiche.
A lei direttamente vogliamo ricordare i danni procurati all’ambiente, dei quali nessuno sembra volersi fare carico. Ultimo esempio, in ordine di tempo, il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza, su disposizione del gip Vilma Gilli, di alcuni siti gestiti dall’Ilva senza alcun rispetto per l’ambiente e la salute umana. Ci preme sapere quali conseguenze potranno verificarsi a carico della popolazione tarantina, dopo quest’ultimo atto di assoluto disprezzo per il territorio.
“Chi inquina, paga”, recitano le direttive europee che in una nostra lettera ricordammo al dottor Melucci.
Pretendiamo, quindi, che l’attuale Giunta, a cominciare dal Sindaco, riporti in ogni confronto istituzionale, a qualsiasi livello, il senso della giustizia come principio cardine, ricordato in ogni articolo della costituzione italiana.
Un ulteriore periodo di silenzio da parte dell’Amministrazione comunale sarà da noi ritenuto un atto di grave mancanza istituzionale».
Genitori tarantini
LiberiAmo Taranto