Il fungo velenoso avrebbe portato alla necrosi del fegato, la quale sarebbe diventata irreversibile alla comparsa dei primi sintomi di malessere, portando gli incauti raccoglitori o gli eventuali altri consumatori alla morte nel giro di un paio di giorni
Le eccezionali condizioni di umidità e di piovosità che hanno interessato il territorio del tarantino hanno favorito, com’era prevedibile, la presenza di funghi.
I raccoglitori di funghi dovrebbero essere a conoscenza delle specie da raccogliere e riuscire a riconoscere quelle non commestibili o addirittura mortali.
Così non è stato per due raccoglitori occasionali sorpresi dai Carabinieri Forestali della Stazione di Martina Franca con un paniere pieno di funghi in agro del Comune di Crispiano: i militari hanno riconosciuto nel raccolto funghi appartenenti alle specie Lactarius zonarius e Lactarius mediterranensis (definiti in forma dialettale “funghi ascquanti”). Queste due specie dello stesso genere hanno al loro interno delle sostanze acri che li rendono responsabili di sindromi gastrointestinali, anche acute, e non eliminabili con trattamenti di prebollitura o cottura adeguata.
Ma non era tutto qui. Ad un più attento esame da parte dei militari, questi si sono accorti che nel paniere era presente anche una Amanita bianca: questo genere ha al suo interno la citotossina velenosa Amanita phalloides (che in alcune forme è completamente bianca). Nel cestino il fungo sopra descritto era stato privato della base del gambo e nella manipolazione aveva perso l'anello fragile; inoltre, il cappello e la colorazione avevano indotto in errore il raccoglitore in quanto pensava di aver raccolto un fungo conosciuto col nome dialettale di “fungo di vacca”, specie commestibile. I Carabinieri Forestali, ottenuta altresì conferma da parte del micologo della ASL, hanno eseguito la confisca di tutto il raccolto ai raccoglitori non muniti del previsto permesso di raccolta, evitando loro di consumare il fungo velenoso che avrebbe portato alla necrosi del fegato, la quale sarebbe diventata irreversibile alla comparsa dei primi sintomi di malessere, portando gli incauti raccoglitori o gli eventuali altri consumatori alla morte nel giro di un paio di giorni.
Infatti, essi, nonostante abbiano ricevuto una sanzione pecuniaria, hanno ringraziato i militari per avergli salvato la vita, facendoli scampare dal pericolo di ingerire le tossine velenose e mortali.
Si ricorda che la normativa vigente nel settore in Puglia è quella contenuta nella Legge Regionale n° 14 del 15 maggio 2006, di “Modifica della Legge regionale 25 agosto 2003”, recante “Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi a conservati nel territorio regionale”, che detta le norme a cui chiunque raccolga funghi nella nostra regione si deve attenere, prima fra tutte il conseguimento di un tesserino regionale previa frequenza di un corso micologico. Tale attività didattica, tenuta dalle Aziende Sanitarie Locali, mira ad illustrare la normativa cui ci si deve attenere nella raccolta e gestione dei funghi ed a riconoscere le specie presenti sul territorio (con particolare riferimento a quelle tossiche o velenose, che non devono assolutamente essere raccolte, pena l’incolumità propria e dei propri familiari).
I funghi confiscati sono stati affidati all’Ispettorato Micologico che ha proceduto alla distruzione (come previsto dalle leggi statali e regionali) calpestandoli e riducendoli a poltiglia nel loro ambiente naturale.