L’uomo, vittima di “un tumore lancinante ai polmoni, non era fumatore, non era alcolista, ma era pizzaiolo e pure bravo” nella città in cui è più alta l’incidenza di alcuni tumori
Taranto piange un'altra vittima del tumore. Gabriele Riondino, pizzaiolo e proprietario della pizzeria L'Aurora nel quartiere Paolo VI (poco distante dall'ex Ilva, ora Arcelor Mittal) è morto a 33 anni. E a dare la notizia è l'attore Michele Riondino, con un post su Facebook: «Solo il tumore può insegnarci davvero cosa è la democrazia - scrive l'interprete del Giovane Montalbano - Lui non guarda in faccia nessuno, non fa distinzioni. Non lo puoi corrompere».
Michele Riondino racconta quanto accaduto al ragazzo: «Aveva un tumore lancinante ai polmoni. Non fumatore, non alcolista, pizzaiolo. Pure bravo». Nel salutarlo aggiunge il ricordo di un futuro cui Gabriele ha dovuto rinunciare, legato alla sua attività professionale: «Il suo ultimo acquisto è stato un forno che poteva contenere 32 pizze. Un colosso per lui». E infatti la vittima, sui suoi canali social, aveva messo in vendita un forno da 18 pizze, scrivendo: «Vendo per passaggio capienza superiore».
Segno dell'importanza che il lavoro aveva per lui, del destino che stava costruendo nel sogno forse di riuscire a realizzarsi nella sua città di origine.
«Solo il tumore sa essere spietato con tutti, indistintamente - continua Michele Riondino nel suo post - Donne, uomini, vecchi e bambini. Ricchi, poveri, operai e dottori. Buoni e cattivi». E continua, riflettendo sul costo che la città di Taranto, fra le più colpite in Italia per incidenza di tumori, paga in termini di salute: «Se non fosse così doloroso avere a che fare con lui (il tumore) dovremmo ringraziarlo e sperare che un giorno possa portare un po' della sua democrazia anche a chi temporeggia per galleggiare nel mare di merda della politica, senza avere le palle per prendere una decisione inevitabile. O forse è solo colpa nostra, che non ci rassegniamo all'idea che non possiamo farci niente e che la democrazia è il luogo ideale dove cadere come mosche».
Infine il saluto dell’attore all’ennesima vittima di Taranto: «Addio Gabri, sei stato più forte e coraggioso di molti altri più sani di te. Piango pensando al tuo sorriso e alla tua leggerezza nel prendere giorno per giorno i resti che la vita ti concedeva».