Gregorio Perrucci: «Questa nuova strada non solo non serve a nulla, ma è anche dannosa. Legambiente si batterà affinchè non venga realizzata».
Alla conferenza di Avetrana della settimana scorsa erano presenti anche gli ambientalisti. Ad intervenire è stato Gregorio Perrucci, rappresentante manduriano di Legambiente.
«Abbiamo espresso il nostro dissenso all’indirizzo della prima stesura del progetto in tutte le sedi; lo esprimeremo nuovamente anche verso il progetto definitivo» ha annunciato Perrucci. «Questa strada è stata concepita oltre trent’anni fa, in un altro contesto storico. Ora le condizioni sono cambiate e questa strada non serve a niente. Abbiamo condotto e vinto le battaglie sui “pennelli” che avrebbero dovuto collegare la Regionale 8 alla litoranea: le strade indicate sono già presenti e, forse anche a causa dell’abusivismo, sono strette (in alcuni tratti, sono larghe non più di un paio di metri). Per ampliarle, si sarebbero dovute abbattere centinaia di abitazioni. Stessa cosa per le rotatorie: abbiamo dimostrato come, soprattutto nel tratto di Manduria, fossero improponibili.
Ora cosa si intende fare? Trasformare l’attuale litoranea in pista ciclabile? E’ assurdo. Attorno alla litoranea vi sono 350mila case. Come gestire, allora, tutto il traffico automobilistico?».
Gregorio Perrucci si è anche soffermato sulla sensibilità dei cicloamatori.
«Vi posso assicurare, essendo io un cicloamatore, che noi non cerchiamo autostrade, ma preferiamo percorrere strade piccole, ma ben tenute. Oggi vi è una visione diversa del territorio e dello sviluppo: il turismo è attratto da aree che siano riservate e protette. Meno asfalto c’è, meglio è per tutto il settore turistico».
Un paio di mesi fa quattro circoli di Legambiente dell’area orientale della provincia (Manduria, Maruggio, Sava e Fragagnano) presero posizione contro l’ex Regionale 8.
«Questa inutile strada distruggerebbe proprio l’ultima fascia di territorio rimasta intatta, che conserva la più alta valenza paesaggistica e naturalistica dell’alto Salento, annientando definitivamente le ultime velleità di un turismo di qualità» fu riportato in una nota congiunta. «Appaiono, quindi, risibili le motivazioni di chi cerca di giustificare l’ingiustificabile, affermando che questa strada favorirebbe il turismo, quando invece è vero proprio il contrario. Sappiamo, infatti, che oggi il turismo si indirizza soprattutto in aree in cui il paesaggio e l’ambiente conservano ancora la loro naturale bellezza».