I dati a disposizione del sindacato: il 95 per cento dell’amianto è matrice friabile. Andrebbe smaltito entro il 2023 ma Fiom chiede al ministero di accelerare i tempi, data anche l'istituzione di una commissione di lavoro
«Nello stabilimento siderurgico di Taranto ci sono oltre 3750 tonnellate di amianto, di cui il 95 per cento di matrice friabile». L’allarme della Fiom Cgil è sul tavolo del ministero dell'Ambiente, che il 27 marzo ha istituito una commissione di lavoro guidata da Raffaele Guaraniello per la riforma normativa del settore amianto.
"Rappresenta una grande criticità, sia in riferimento all'esposizione al rischio dei lavoratori sia in riferimento al rischio ambientale, aggravata dall'eventuale presenza di materiale contenente amianto non censito", denuncia la Fiom Cgil. La commissione amianto entro la fine di giugno, dovrà procedere, secondo quanto riportato dal comunicato del ministro Sergio Costa, con la mappatura e le bonifiche di oltre 32 milioni di tonnellate di amianto in Italia.
La Fiom Cgil chiede di conoscere non solo la mappatura ma anche il piano di bonifica, incluso il cronoprogramma, i tipi e lo stato di amianto, i procedimenti applicati per la bonifica, il numero e i dati anagrafici degli addetti, le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto e le misure adottate e in via di adozione per la tutela della salute dei lavoratori e dell'ambiente e l'estensione dei benefici previdenziali da esposizione ad amianto per gli stessi dipendenti.
"A oggi tuttavia - denuncia il sindacato - non abbiamo ancora ricevuto un piano di smaltimento amianto da parte Arcelor Mittal". Il decreto ministeriale del 29 settembre del 2017 prevede che lo smaltimento e bonifiche dell'amianto all'interno dell'ex Ilva avvenga entro il 2023. "Tempi eccessivamente lunghi" secondo Fiom Cgil, che lo ha evidenziato anche in occasione degli incontri ministeriali sulla vendita di Ilva e nelle osservazioni costruite in occasione della presentazione da parte di Arcelor Mittal della richiesta dell'autorizzazione integrata ambientale. "Riteniamo pertanto fondamentale, vista la quantità rilevante presente all'interno dello stabilimento siderurgico, che la stessa commissione si occupi anche del caso Taranto", conclude il sindacato.