L’esperta: «E’ un fenomeno che scomparirà a breve»
È finito male lo scherzo horror del «Samara Challenge» che sempre più sta spopolando tra i giovani in rete. Il gioco ha fatto tappa anche a Taranto, dove una ragazzina travestita dalla bimba demoniaca protagonista del film The Ring è apparsa nel quartiere Tramontone, nella periferia della città, è stata linciata come dimostrano le immagini pubblicate su Facebook.
La spaventosa figura vestita di bianco e con una lunga parrucca nera che le copre il volto, è stata inseguita e picchiata da alcuni giovani, mentre chi filma la scena urla loro di fermarsi.
Non è il primo caso registrato in Puglia, alcuni avvistamenti con relative ronde punitive si sono verificati giorni addietro anche nel Foggiano.
Samara Morgan, nel cult horror, era una bambina dotata di poteri paranormali, demoniaca, nata da una donna violentata da un prete. Quella reale, che compare in molte zone, è solo un passatempo architettato con l’unico intento di finire sui social. Ripreso con il cellulare, i filmati (montati con tanto di sottofondo musicale macabro) vengono ‘postati’ per collezionare like. Il problema sorge quando si supera il confine del gioco e con un passo si entri in quello della tragedia.
PAROLA ALL’ESPERTA – L’intervento della dott.ssa Teodora Tiziana Rizzo
«Non lasciamoci spaventare dal fenomeno Samara
Ormai va a periodi....gli adolescenti sono vittime indifese di macchinazioni diaboliche create dagli adulti.
Continuo a ripetere da anni che manca l'autorevolezza della figura del garante dell'infanzia e dell'adolescenza.
Come tutela e vigila?
Considerato che non si può negare ai ragazzi l’accesso al mondo virtuale, occorrono misure urgenti di monitoraggio e ispezione per tutelare i nostri minori alle prese con i giochi tecnologici.
Sappiamo bene quante insidie si nascondono dietro uno schermo , troppe ,spesse volte si attribuisce la responsabilità ed il mancato controllo ai genitori , ma le responsabilità sono di tutti.
I primi sono gli ideatori di questi videogiochi che hanno creato un business a discapito delle famiglie e dei minori.
Sappiamo bene che oltre al business economico creano dipendenze psicologiche e scatenano violenza e aggressività.
Da pedagogista mi chiedo: Perchè non creare invece giochi di condivisione intelligenti, costruttivi, puliti e puri come è l’età dei nostri adolescenti? Perché?
Promuoviamo ai nostri minori la lettura dei libri, deve nascere da noi genitori e dalle istituzioni scolastiche.
Del caso Samara parlerò poco: è un fenomeno che scomparirà a breve , forse si è voluto dimostrare il coraggio di una singola persona che non ha paura del gruppo , potrebbe essere interpretato come una campagna contro il bullismo di massa ed è anche un modo per restituire ordine alla vita di ragazzini che hanno perso il senso delle regole orarie e che girovagano senza meta fino a tarda ora .
Quindi non soffermiamoci più di tanto su questo fenomeno ma uniamoci e troviamo la soluzione per debellare il business dei giochi elettronici che sta entrando e si sta servendo con prepotenza della psiche dei nostri figli».
Teodora Tiziana Rizzo
Pedagogista Mediatrice Presidente Nazionale INAMEF