L’Afo2 fu sequestrato nel giugno 2015 dopo l’incidente costato la vita all’operaio 35enne Alessandro Morricella, investito da una fiammata mista a ghisa incandescente
Il Tribunale del Riesame di Taranto, in sede di appello, ha accolto il ricorso presentato dai commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria, annullando la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l’istanza di proroga dell’uso dell’impianto. L’Afo2 fu sequestrato nel giugno 2015 dopo l’incidente costato la vita all’operaio 35enne Alessandro Morricella, investito da una fiammata mista a ghisa incandescente. Il collegio di giudici (presidente Licci, relatore Caroli, a latere Lotito) ha accolto l’appello proposto il 17 dicembre scorso nell’interesse dell’Ilva in As, annullando l’ordinanza del Giudice Maccagnano del 10 dicembre e il provvedimento connesso del 12 dicembre concedendo all’amministrazione straordinaria la facoltà d’uso dell’Altoforno 2 subordinata all’adempimento delle residue prescrizioni, in tutto o in parte non eseguite.
In particolare assegnando, a decorrere dalla data di deposito dell’ordinanza, «sei settimane per l’adozione dei cosiddetti dispositivi «attivi"; a decorrere dalla data del 19 novembre 2019 nove mesi per l’attivazione del caricatore automatico della massa a tappare; 10 mesi per l’attivazione del campionatore automatico della ghisa; 14 mesi per l’attivazione del caricatore delle aste della Maf (Macchina a forare, ndr) e sostituzione della Maf».
La decisione con cui il Tribunale del Riesame di Taranto ha bloccato lo spegnimento dell’Altoforno 2 dell’ex Ilva contribuisce a «spianare» la strada ad una «ragionevole soluzione negoziata» tra l’amministrazione straordinaria e Arcelor Mittal. Lo spiega una fonte qualificata nella causa tra i commissari e il gruppo franco-indiano aggiungendo che il provvedimento di oggi rimuove «il principale ostacolo ad una piena ed ordinata gestione degli impianti»