«Mi vergogno di questo Paese»
«Ed eccoci qui. Stremati nell’anima. Delusi, ancora una volta, da chi avrebbe dovuto far valere la Giustizia.. Mi vergogno di questo Paese.
Mi vergogno di questo Stato italiano. Dovremmo scendere in piazza e, ancora, e per l’ennesima volta, protestare, ma siamo sfiniti, rassegnati, senza forze.
In una vita normale, il tempo si dedica alla famiglia, al lavoro, al riposo, al teatro, allo sport... In una città normale accadrebbe questo... Invece noi, anche stasera, stiamo sciogliendo i nodi alle budella, stiamo pensando e ripensando, consumati dalla rabbia e dall'impotenza, a quello che dovremmo fare. Non sappiamo più cosa inventarci per farci sentire. Potremmo spaccare tutto? Bruciare bandiere e portare in piazza i nostri cari in sedia a rotelle, lacerati dalla malattia? Dovremmo far parlare i nostri piccoli e far pretendere loro il diritto alla vita?
Siamo sempre meno. Il resto della cittadinanza è rassegnata...
E questo ormai succede in questa vita. Ci si assuefà ai boschi che bruciano, ai mari pieni di plastica, ai cieli tersi di veleno, ai terreni che nascondono morte. Si aspetta fiduciosi che un giudice, un vescovo possa avere pietà di questo popolo. Mi vergogno profondamente di questa Italia.
Degli esseri umani rimarrà solo un corpo. Si sta perdendo anche l’anima.
E' morta la Giustizia e, con lei, per sempre, la fiducia dei tarantini».
Alinella
Taranto