Protagonista dell’episodio un uomo in stato confusionale
Il tempo a disposizione degli agenti è poco. All’interno dell’appartamento c’è un uomo che, poco prima, ha contattato la Sala Operativa della Questura manifestando il proposito di tagliarsi le vene. I tentativi di stabilire un contatto con l’uomo non hanno dato alcun esito: l’uomo non risponde né al telefono, né al campanello.
Stanno per arrivare sul posto anche i Vigili del Fuoco e il 118 ma i poliziotti sanno bene che, in queste circostanze, anche i secondi possono essere preziosi e possono fare la differenza tra la vita e la morte. Così, decidono di intervenire: l’unica possibilità di accedere all’appartamento dell’uomo sono le finestre. Gli agenti, quindi, bussano alle porte dei vicini di casa e raggiungono i balconi. Da qui si rendono conto che l’unica cosa da fare è scavalcare per raggiungere il balcone dell’abitazione dell’uomo e, una volta lì, tentare di aprire una porta finestra. Il tutto a oltre 20 metri di altezza, perché il tutto si svolge al sesto piano dello stabile. I poliziotti, così, scavalcano e, con l’aiuto di una impalcatura posta in adiacenza alla facciata dell’edificio, raggiungono l’altro balcone.
Da qui, tentano ancora una volta di stabilire un contatto con l’uomo, che tuttavia continua a non rispondere. Immediatamente, i poliziotti decidono di rompere il vetro della finestra e di entrare nell’appartamento. All’interno c’è un silenzio irreale che fa temere il peggio. I poliziotti si spostano di stanza in stanza, a guidarli c’è, da un lato, l’urgenza di trovare quell’uomo per poterlo soccorrere, dall’altro, la prudenza e l’attenzione, perché gli agenti sanno che il pericolo è una componente che accompagna ogni loro intervento.
Quando si affacciano sulla soglia della camera da letto vedono l’uomo, seduto sul letto, che impugna un taglierino con la lama esposta. È in stato confusionale, non presta attenzione agli agenti e le uniche parole che escono dalla sua bocca sono: “Lasciatemi morire in pace”. A quel punto, l’uomo si lascia andare in un pianto a dirotto e gli agenti, dopo averlo disarmato, riescono finalmente a instaurare un dialogo con lui che viene convinto ad affidarsi alle cure del personale medico nel frattempo arrivato sul posto.
L’uomo, pertanto, accompagnato dagli agenti che gli erano stati vicini in quei minuti difficili, spontaneamente raggiunge i mezzi di soccorso che, poco dopo, lo trasferiscono presso l’ospedale SS. Annunziata ove gli verranno prestate le cure del caso.
Per i poliziotti la consapevolezza e la gratificazione che derivano dall’essere sempre dalla parte di chi ha bisogno di aiuto.