«Candidare l’area jonica a modello di modernità e di Economia Circolare, che consideri l’acqua come risorsa da non sprecare e valorizzi le infrastrutture già esistenti, può essere una delle tante sfide da cogliere insieme»
«Ricordo quando, durante la manifestazione di Torre Colimena di qualche mese fa, una ragazza gridò dal pubblico: “Sì, ma cosa volete?”.
Ecco non fu una domanda banale. Perché ogni tanto uno se la fa domanda: “Ma forse sono io ad essere pazzo?”. Forse siamo i soli al mondo che consideriamo un depuratore consortile da 10 mila metri-cubi di reflui al giorno a pochi km dalla costa, una pugnalata nello stomaco?
E invece no. Pazzi non siamo, almeno per il momento. Pochi giorni fa dal Comune di Taranto, per mezzo del presidente della Commissione Bilancio Dante Capriulo, è arrivata una relazione che invoca un cambio di passo nel sistema di riutilzzo delle acque reflue dei depuratori dell’intera provincia.
E lo fa citando tutte quelle argomentazioni che in questi anni abbiamo imparato come dogmi - la desertificazione dei terreni, il depauperamento delle falde, l’invaso Pappadai - lo fa citando anche il nostro caso specifico e il nostro versante della costa jonica.
A questo punto, proprio perché non siamo pazzi, o forse, evidentemente, ad esser pazzi siamo davvero in tanti, può essere maturato il tempo di inserire il tema dei sistemi di recupero e riutilizzo delle acque reflue depurate, in uno di quei tanti tavoli di programmazione e riconversione, aperti con il Governo e dedicati a Taranto, di cui in questi mesi si è gran parlato. Dal Cis, al Cantiere Taranto, sotto l’emblematico ombrello del Green New Deal, ci sono svariate etichette da riempire, con tratti indelebili di restyling territoriale.
Candidare l’area jonica a modello di modernità e di Economia Circolare, che consideri l’acqua come risorsa da non sprecare e valorizzi le infrastrutture già esistenti, può essere una delle tante sfide da cogliere insieme.
Riflessioni che ci ripetiamo da anni ormai, ma che adesso si possono portare anche a questi tavoli interistituzionali, dove ci sono risorse consistenti per finanziare progetti strategici.
Mentre i lavori presso il cantiere del depuratore proseguono e si avvicina la scadenza della consultazione sull'aggiornamento al Piano di Tutela delle acque, continua a mancare un progetto sul recapito finale delle acque. C'è ancora uno spiraglio e forse, questo potrebbe esserlo davvero. Uno spiraglio da cogliere sotto il segno della #TerraIonica
Salvatore Luigi Baldari